Le festività ebraiche

Convegno

«Le festività ebraiche», conferenza a cura di Maria Luisa Crosina

Presentazione del libro «Fratture» di Irit Amiel.
A cura di Roberto Keller
Sono molte le vite che popolano questo piccolo e intenso libretto scritto da Irit Amiel, sopravvissuta alla Shoah dopo aver passato i primi anni della guerra rinchiusa nel ghetto di Cestocova. In queste pagine il presente “s’incontra e si mescola con il passato”, fioriscono episodi, memorie, miniature, sogni. Le fredde campagne polacche e le strade buie delle città, in cui echeggiano i passi delle pattuglie tedesche, si alternano al sole e alle brezze mediterranee in un continuo dialogo tra ieri e oggi, tra la Polonia - terra della perdita - e Israele - terra della rinascita - tra gli scomparsi e i sopravvissuti, tra i padri e i figli, tra i nemici e gli amanti. Ritornano i temi del dolore, del recupero della vita, della voglia di ricominciare, dei fantasmi che ricompaiono, dell’amore, ma quel che più colpisce è che Irit Amiel ci dimostra come sull’Olocausto non sia già stato detto tutto. Le nuove parole e le esistenze di Fratture ci introducono nel mondo ancora poco conosciuto degli “scottati”, ovvero di chi è stato lambito ma non divorato dal fuoco della distruzione, e ci regalano un’altra importante lezione sull’essere umano e sulle sue aspirazioni alla felicità e alla vita.
La scrittura di questa autrice tradotta anche in inglese, riesce a condensare, in un linguaggio potente e asciutto, tragedia e poesia.

Nata nel 1931, Irit Amiel ha trascorso i primi anni della Seconda guerra mondiale nel ghetto di Cestocova in Polonia riuscendo a fuggire e a salvarsi procurandosi dei falsi documenti ariani.
Ha lasciato la Polonia nel 1945 per raggiungere la Palestina, clandestinamente, solo due anni dopo, nel 1947, passando per la Germania, l'Italia e Cipro. Da allora vive in Israele e alterna lavori in prosa a raccolte poetiche. “Fratture” è stato inserito nella rosa dei candidati al NIKE 2009, il più prestigioso premio letterario polacco che viene assegnato al miglior libro dell’anno.


organizzazione: Centro culturale La Firma