Le mele d'oro sul Garda. Là dove fioriscono i limoni

Mostra

Con un titolo che evoca uno dei più noti racconti mitologici, la mostra temporanea “Le mele d’oro sul Garda” propone un affascinante percorso alla scoperta dei segreti degli agrumi nell’ambiente gardesano e nel contesto culturale: limone, cedro, arancio dolce, arancio amaro, pompelmo, mandarino, pummelo, limetta, bergamotto. L’approccio è multidisciplinare: l’antica mitologia greca, il cedro nella liturgia ebraica, la produzione di profumo, il genere Citrus, la resistenza al gelo, la vitamina C, l’aromaterapia, la storia degli agrumi, le zone di coltivazione nel mondo, le vie di trasporto, i giardini di agrumi a Riva del Garda e la limonaia dell’Arboreto di Arco. Una apposita sezione è dedicata al paesaggio e alla tradizione delle limonaie del Garda, le coltivazioni di agrumi più settentrionali del mondo, che nei secoli passati furono di fondamentale importanza per il sostentamento delle popolazioni lacustri.
Vengono esposti modelli in gesso, oggetti legati alla coltivazione, all’uso e alla gastronomia, erbari antichi, documenti originali, frutti freschi, fotografie, filmati, e la visita alla mostra si trasforma in un’esperienza olfattiva, nella quale il profumo dei frutti orienta i nostri sensi: lungo il percorso è infatti possibile odorare le diverse essenze profumate e conoscerne le proprietà.
La mostra è arricchita da una divertente e coloratissima collezione di carte usate per confezionare i preziosi frutti e da etichette di casse americane e spagnole, veri e propri manifesti pubblicitari in miniatura. Per i bambini sono stati creati due exhibit originali: un limone gigantesco dove è possibile esplorare, grazie ad un video realizzato sul territorio dell’Alto Garda, forme, profumi e usi di questo frutto prezioso, e una limonaia da costruire con i suoi vari componenti, dove entrare e giocare, per sperimentare l’antica tradizione dei “giardinieri” gardesani.

La realizzazione della mostra, promossa dal Comune di Riva del Garda, dalla Provincia Autonoma di Trento, Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente e dal Museo Tridentino di Scienze Naturali, è stata possibile grazie alla collaborazione di numerosi Enti.

Sono previste visite guidate, eventi sul territorio, conferenze e laboratori didattici, sia per le scuole che per il pubblico che in estate frequenta la sponda settentrionale del Lago di Garda. Per le scuole e i gruppi le visite guidate alla mostra proseguono fino a gennaio 2006, su prenotazione.

IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra è allestita nelle due prestigiose sedi del Museo Civico e del Villino Campi, collegate tra loro da una breve e piacevole passeggiata in riva al lago. Sono disponibili anche i testi tedeschi e inglesi. È possibile acquistare il catalogo della mostra, che raccoglie curiosità, documenti e approfondimenti originali sull’ambiente, la botanica e la storia degli agrumi sul Garda.

ENTI PROMOTORI
Comune di Riva del Garda, Assessorato alla Cultura, Museo Civico
Provincia Autonoma di Trento, Assessorato all’Urbanistica e Ambiente
Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, Settore Informazione e Qualità dell’Ambiente, Villino Campi
Museo Tridentino di Scienze Naturali

COLLABORAZIONI
Botanischer Garten und Botanisches Museum Berlin Dahlem, FU Berlin
OPIUM - das Orangenpapiermuseum, Salzgitter
Assessorato all’Agricoltura, al Commercio e Turismo della Provincia Autonoma di Trento
Museo del Castello Scaligero di Torri del Benaco
Comune di Torri del Benaco
Rete trentina di educazione ambientale
Ingarda Trentino
Garden Club Trento
Gruppo Fotografico di Limone sul Garda
Slow Food Alto lago Garda e Valle dei Laghi
Accademia Internazionale del Cedro
Vivaio Piante Omezzolli, Riva del Garda
Comunità Montana Parco Alto Garda Bresciano
Comunità del Garda
Comune di Limone sul Garda

Partner dell’iniziativa
Cartiere del Garda
Cassa Rurale Alto Garda

Progetto, cura della mostra e del catalogo
Fiorenza Tisi

Gruppo di lavoro
Giovanna Nicoletti
Nico Michelotti
Lodovico Tavernini
Paolo Fedel

Progetto grafico e degli allestimenti
Claudio Mottes

Allestimenti
Marina Heilmeyer
Remo Ballardini
Massimo Zanoni
Cantiere Comunale Riva del Garda

Ufficio stampa
Arianna Tamburini
Ufficio Stampa del Museo Tridentino di Scienze Naturali
Ufficio Stampa della Giunta Provinciale - Provincia Autonoma di Trento

Testi originali
Maria Luisa Crosina
Domenico Fava
Joseph Fava
Evelin Gruber
Marina Heilmeyer
H. Walter Lack
Walter Larcher
Fiorenza Tisi
Giorgio Vedovelli

Referenze fotografiche
Botanischer Garten und Botanisches Museum Berlin Dahlem, FU Berlin
OPIUM - das Orangenpapiermuseum, Salzgitter
Gruppo Fotografico di Limone sul Garda
Domenico Fava
Marina Heilmeyer
Walter Larcher
Nico Michelotti
Fiorenza Tisi
Giorgio Vedovelli

Traduzioni
Emily Harris
Nikolaus Vielmetti

Custodia
Kaleidos
Mimosa
personale del Museo Civico di Riva del Garda
personale del Villino Campi

Si ringrazia
Rinaldo Codogni, Giuseppe Gandossi, Alfio Masconi, Anacleto Piantoni, il personale dei Servizi Culturali del Comune di Riva del Garda e dell’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, e tutti coloro che hanno reso possibile questa mostra, in particolare: Maria Luisa Crosina, Domenico Fava, Ruggero Fava, Livio Vasieri, Società Lago di Garda

LA LEGGENDA DELLE “MELE D’ORO”
Le Esperidi, considerate le figlie di Esperio, la stella del tramonto, avevano il compito di sorvegliare il giardino degli dei, in cui cresceva un albero di mele d’oro, regalo che la Terra fece ad Era e Zeus in occasione delle loro nozze. Vario il loro numero e il loro nome, di solito erano tre: Egle, Aretusa e, la più giovane, Espertusa, ciascuna coltivava un albero che produceva mele d’oro.
Le mele delle Esperidi erano simbolo di immortalità, di fecondità, di giovinezza e di bellezza eterna, desiderate degli uomini ma considerate irraggiungibili. Fu Ercole, nella sua undicesima fatica, a rubare le mele d’oro, rompendo l’incantesimo del giardino del paradiso.
Dopo il furto le Esperidi lasciarono il giardino. Secondo una versione della leggenda esse, navigando su una conchiglia, arrivarono in Italia. Egle portò il cedro sul Lago di Garda, Aretusa andò con il limone verso la Liguria mentre l’ultima sorella, Espertusa, piantò l’arancio in Campania.

LA STORIA DEGLI AGRUMI
La storia di questi frutti inizia oltre 4.000 anni fa quando i contadini cinesi scoprirono sulle pendici dell’Himalaya piccoli alberi con squisiti frutti dorati. Dalla Cina passarono all’India, alla Mesopotamia e attraverso le conquiste di Alessandro Magno alla Grecia fino a raggiungere Roma e l’Italia. Durante il periodo delle invasioni barbariche furono dimenticati ma i grandi conquistatori successivi, gli arabi, diffusero nuovamente in Occidente gli agrumi. Alla fine del tredicesimo secolo erano noti ai Paesi del Mediterraneo meridionale la limetta, il pummelo e il limone, tutti agrumi aspri, mancavano ancora i dolci frutti dell’arancio e del mandarino.
Alla fine del quindicesimo secolo con Cristoforo Colombo gli agrumi arrivarono in America: quasi tutte le navi, in questo periodo, portavano a bordo agrumi perché aiutavano a sconfiggere lo scorbuto, malattia causata dalla carenza di vitamine.
Alla fine del XVI secolo gli alberi di agrumi divennero le piante preferite di un’intera epoca, ogni sovrano d’Europa cercava di dimostrare la propria forza e ricchezza con la coltivazione di splendidi giardini in cui crescevano gli esotici aranci.


organizzazione: Comune di Riva del Garda Assessorato alla Cultura Museo Civico - PAT Assessorato all’Urbanistica e Ambiente, Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, Settore Informazione e Qualità dell’Ambiente, Villino Campi - Museo Tridentino di Scienze Naturali