Le stanze dell'arte. Figure e immagini del XX secolo

Mostra

Comunicato 9 aprile
PROROGATA A DOMENICA 27 APRILE LA MOSTRA “LE STANZE DELL’ARTE”
Per soddisfare le richieste del pubblico - oltre 100.000 i visitatori ad oggi - la mostra inaugurale resterà aperta altre due settimane, fino a domenica 27 aprile. Il museo sarà visitabile anche il lunedì di Pasqua (21 aprile) e venerdì 25 aprile.
Il secondo piano resterà chiuso due giorni, il 29 e 30 aprile, per riaprire il 1° maggio con il nuovo allestimento de Le Stanze dell’Arte che presenterà il meglio della Collezione permanente del Mart: un percorso più concentrato sull’arte italiana del XX secolo con presenze significative di artisti come Balla, Depero, Prampolini, Sironi, Carrà, Campigli, De Pisis, Melotti, Licini, Vedova, Fontana, Burri, ma anche di artisti stranieri come Schlemmer, Feininger, Warhol, Lichtenstein, Morris, Rauschenberg ecc.
Ricordiamo che - al primo piano del museo - sono visitabili le due mostre temporanee John Cage. Il silenzio della musica e Isamu Noguchi. Sculptural design. Nelle giornate di martedì 29 e mercoledì 30 aprile - essendo chiuso per riallestimento il secondo piano - si potranno visitare le due esposizioni con ingresso ridotto a 5 €.

Un evento espositivo volto ad esplorare la propria identità culturale aprirà il nuovo Mart.
La mostra metterà in luce, in circa 6.000 mq, affinità culturali e artistiche tra alcuni dei massimi protagonisti del XX secolo - da Picasso a Léger, da Klee a Kandinsky, da Boccioni a Modigliani - e gli artisti provenienti da grandi musei, dal Pushkin al Guggenheim, dal Centre Pompidou al Reina Sofia, dal Thyssen-Bornemisza al San Francisco Moma, nonchè da prestigiose collezioni private, dialogheranno con le opere più significative della collezione permanente del Mart.

L'esposizione attraversa l'arte del XX secolo vista dalla particolare angolazione critica delle collezioni del museo che mostreranno significativi intrecci culturali della storia dell'arte del secolo appena trascorso.
La mostra apre con Giovanni Segantini, il genius loci del Trentino, un "fuori-programma" che presenta un'opera capitale proveniente per l'occasione da oltreoceano come "Primavera delle Alpi" che, con le preziose sculture di Medardo Rosso entrate recentemente a far parte della collezione del Mart - "Bookmaker" e "Carne altrui" - annuncia quello spirito di rinnovamento che nel nuovo secolo sarà proprio dell'avventura futurista, di Boccioni in particolare, ma anche dei protagonisti della cosiddetta seconda generazione.
E proprio al roveretano Fortunato Depero, al suo spirito geniale e anticonformista, sarà affidato il compito di introdurre il pubblico al secondo futurismo, a quella via per così dire "esistenziale", che proclamò l'integrazione dell'opera d'arte nella vita e che, con l'utopia della ricostruzione futurista dell'universo, aprì insieme a Balla un inaspettato futuro alla stagione post-boccioniana. Partirà infatti dalle teorie del Manifesto della Ricostruzione Futurista dell'Universo del 1915 il cammino dentro la storia della collezione del Mart, affidato ad una rilettura critica che nasce dal confronto tra il lavoro degli artisti italiani e la sperimentazione di alcuni maestri del XX secolo, da Picasso a Léger, da Schlemmer ai russi Malevic, Goncharova, Larionov, Exter, Puni e altri ancora, che nella loro ricerca rivelano significative affinità culturali con artisti come Balla, Depero e Prampolini, di cui la collezione del Mart annovera veri capolavori. La mostra - il cui catalogo è edito da Skira - prosegue percorrendo le grandi tappe del primo '900, con aperture su Arcaismo, Metafisica, Primitivismo, Realismo Magico e la Neue Sachlichkeit.

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A ricordare il candore arcaico saranno presenti opere di Picasso come "ragazzo nudo" del 1906 o le "Cariatidi" di Modigliani o ancora "Figure study" di Max Weber, fino ad arrivare a Carlo Carrà, con il primitivismo "scarnificato ed innocente" delle "Figlie di Loth" del 1915, vera icona della modernità. Il cammino prosegue dando grande spazio ad opere emblematiche di Carrà, de Chirico, Savinio, Casorati, Severini, ma anche del trentino Garbari, morto a Parigi nel 1931, che già nel 1916, grazie alla lezione di Rousseau (di cui potremo ammirare la bellissima "Eva", proveniente da Amburgo) recupera la misura arcaica della classicità rivelando, a distanza di molti anni, l'identica ansia di ricerca dell'origine che fu anche di alcuni artisti latino-americani, come Diego Rivera e Frida Kahlo. Campigli, de Pisis, Carrà, Sironi ma anche Mafai, Marini, Martini scrivono alcuni dei capitoli più significativi dell'arte dei primi cinquantanni del secolo ed il confronto ancora una volta con Rousseau, Picasso, Mirò, Modigliani, Maillol, Brancusi, Lehmbruck, Jawlensky, Dix, Schrimpf, Schad mostrerà legami significativi, tra le opere "chiave" presenti del Mart e la più avanzata ricerca internazionale di quegli anni. Il silenzio metafisico dei "Sette Savi" dello scultore Fausto Melotti introduce al secondo '900, a confronto con gli "autoritratti sentimentali" della composta e classica poesia delle "Nature morte" di Morandi: venti straordinari dipinti appartenenti alla Collezione Giovanardi, e la tragica affermazione "del principio del nulla" de "La fine di Dio" di Lucio Fontana.
I secondi anni Cinquanta sono affidati proprio al lavoro di Fontana, Melotti, Burri, Manzoni, ma anche di autori italiani meno presenti nelle collezioni pubbliche internazionali come Licini, Novelli, Scarpitta, Carol Rama, Afro, Tancredi, Vedova e altri ancora. Finestre aperte sulla ricerca internazionale, dalla Pop Art all'Azionismo Viennese, dal Nouveau Realisme all'Arte Povera, allargano il confronto critico del museo ponendo il visitatore a contatto con l'opera di maestri come Klein, Christo, Arman, Warhol, Rauschenberg, Lichtenstein, Rainer, Nitsch e gli italiani Merz, Pistoletto, Paolini, Kounellis, Boetti, Pascali e, ancora, Beuys, Long, Kiefer.
Al cantiere della contemporaneità, con presenze di artisti internazionali di fama ormai consolidata, è affidato il compito di rappresentare la misura critica e ideativa del museo in rapporto al tempo presente Uno sguardo particolare viene dalla collezione Panza di Biumo che si mostra attraverso un nucleo di importanti lavori di artisti americani degli anni Ottanta e Novanta, introdotta da due capolavori di Rothko e Rayman. Infine ai preziosi fondi dell'Archivio del '900 - fondamento storico delle collezioni del Mart - verrà dato spazio con una mostra che accosta ai documenti più rari opere di artisti contemporanei dedicate al tema "l'archivio e la sua immagine".