Lear

Teatro

A.T.I.R.
Lear ovvero Tutto su mio padre
Quando chiesero o De Andrè perché avevo scritto la canzone di Marinella, egli rispose: "Una prostituta era stata ammazzata in un paesino vicino a Genova. L'assassino non fu mai trovato, l'identità della prostituta nemmeno. Dunque niente nome sulla tomba, niente funerale. Scrissi lo canzone di Marinella col solo intento di fare un degno funerale a questa ragazza, un funerale degno di una regina". Questo Lear vuole essere un degno funerale per mio padre. un funerale degno di un re.
Un equipe di psicologi negli anni '80 definì la mia generazione (ovvero i trentenni di oggi) come una generazione senza padri. La caduta dei principali riferimenti politici (comunismo - capitalismo). L’apertura dei mercati e il diffondersi del benessere (nell'occidente opulento, naturalmente) produssero quel disorientamento e quella "crisi dei valori" che tanto descrivono i registi come Muccino (L'ultimo bacio, Santa Maratona. Ovo sodo, ecc-ecc.) Sinceramente non so se è peculiare di questa mia generazione avvertire l'assenza del padre o se forse nel cammino di ogni essere umano arriva un momento in cui egli si sente orfano di questo figura. Quello che so è che noi avvertiamo una mancanza che spesso si trasforma in nostalgia. Affrontare il Lear è cercare di colmare questa mancanza o forse è soltanto arrendersi definitivamente allo nostalgia.
Da tempo desideravo mettere in scena Re leor ma non osavo. Un testo enorme, difficile, insomma roba per i grandi non per i pivelli. Poi ho visto il film di Almodovar. Vedere Quel film mi ha dato il coraggio di provarci.
Così mi ci sono buttata.
Lo storia che vedrete è quella di Shakespeare. Il testo pure. Mi sono limitata a tagliarlo perché altrimenti sarebbe durato 7 ore e ve le ho risparmiate volentieri. Ho chiesto a Laura Curino di tradurlo perché non ho trovato uno traduzione che non fosse in un italiano desueto di fine ottocento. Il teatro è parola parlata che ha bisogno di una sua forza comunicativa e sapevo che Laura da grande attrice qual'è conosce lo parola che un attore può pronunciare senza sentirsi a disagio. Restanda fedeli allo spirito del testo inglese, abbiamo dunque cercato di trovare parole più contemporanee, dirette e che calzassero bene sui nostri giovani attori.
Questo è un Lear senza Lear. Sul palco ci sono figli, neanche un padre. Ci sono giovani, neanche un vecchio. Non ci sono celebrità, non c'è alcun potente. A turno gli attori indossano i panni di Lear interrogandosi sul proprio rapporto col padre e coi padri. con la vecchiaiai e con il potere.
Non mi resta che augurarvi buona visione e come dice Shekespeare " ..Perdonate le nostre menti piatte e basse che hanno osato portare su questo indegno palco un così grande argomento."
Serena Sinigaglia


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