Ledro Opera Festival

Musica classica

30 luglio
L’Elisir d’amore
L’elisir d’amore è un’opera in due atti di Gaetano Donizetti su libretto di Felice Romani. Definita in partitura «melodramma giocoso», rientra a pieno titolo nella tradizione dell’opera comica, anche se in essa trova ampio spazio l’elemento patetico, che raggiunge la sua punta più alta nel brano più noto: la romanza cantata dal protagonista Nemorino, “Una furtiva lagrima”, brano entrato - come del resto l’intera opera - nel cosiddetto repertorio (e non a caso è stato incluso - nella versione storica cantata da Enrico Caruso - quale Leitmotiv della colonna sonora del film di Woody Allen, Match Point). L’opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del 1832 al Teatro della Cannobiana di Milano, che l’aveva commissionata in sostituzione di un’opera che non era stata preparata in tempo da un altro autore. Romani aveva derivato il libretto da un testo scritto l’anno prima da Eugène Scribe per il compositore Daniel Auber, Le Philtre (Il filtro). Alla prima cantarono Sabina Heinefetter (nel ruolo di Adina), Giuseppe Frezzolini (Dulcamara), Henry Bernard Debadie (Belcore), Giovan Battista Genero (Nemorino). Donizetti ebbe a disposizione solo quattordici giorni di tempo per consegnare il suo lavoro, sette dei quali servirono a Romani per adattare il testo di Scribe. Nonostante la gravosissima pressione riuscì tuttavia a confezionare quello che sarebbe stato - insieme al Don Pasquale e alla triade rossiniana formata da L’Italiana in Algeri, Il barbiere di Siviglia e La Cenerentola - uno degli esempi più alti dell’opera comica ottocentesca. Fin dal suo apparire, l’Elisir ebbe un grande successo con trentadue repliche consecutive.

10 agosto
La Bohème
La Bohème è un’opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica ispirato al romanzo di Henri Murger Scènes de la vie de Bohème. L’esistenza gaia e spensierata di un gruppo di giovani artisti costituisce lo sfondo dei diversi episodi in cui si snoda la vicenda dell’opera, ambientata nella Parigi del 1830. L’elaborazione del libretto fu lunga e difficile per i tempestosi rapporti tra Illica e Giacosa da una lato, e Puccini dall’altro. In più di un’occasione i due librettisti furono sul punto di abbandonare la partita, giudicando impossibile realizzare quanto il musicista pretendeva, per la difficoltà di adattare le situazioni e i personaggi del testo originario ai rigidi schemi e all’intelaiatura di un’opera musicale. L’orchestrazione della partitura procedette invece speditamente e fu completata nel dicembre 1895. Meno di due mesi dopo, il 1º febbraio 1896, La bohème fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini, con buon successo di pubblico, mentre la critica ufficiale si dimostrò all’inizio piuttosto ostile. Puccini aveva cominciato a lavorare alla Bohème nel gennaio 1893 (lo precisa lui stesso in polemica con Leoncavallo che reclamava la priorità dei diritti sul soggetto che egli stesso aveva musicato) e quando scrisse l’ultima nota della partitura il 10 novembre 1895, provò “l’effetto di avere visto morire una mia creatura”. Le reazioni del pubblico alla prima esecuzione furono nettamente positive, soprattutto alla fine del primo atto e alla scena finale.

Informazioni sulla prevendita

Prevendita presso Consorzio Pro Loco Valle di Ledro

19 agosto
Rigoletto
Rigoletto è un’opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratta dal dramma di Victor Hugo Le Roi s’amuse (“Il re si diverte”). La prima ebbe luogo l’11 marzo 1851 al Teatro La Fenice di Venezia. Questi gli interpreti di quel debutto: Il Duca di Mantova, Raffaele Mirante, tenore; Rigoletto, Felice Varesi, baritono; Gilda, Teresina Brambilla, soprano; Sparafucile, Feliciano Ponz, basso; Maddalena, Annetta Casaloni, contralto; Giovanna, Laura Saini, mezzosoprano; Il Conte di Monterone, Paolo Damini, baritono; Il Cavaliere di Marullo, Francesco Kunerth, baritono. Il Conte di Ceprano, Andrea Bellini, basso. Con Il trovatore (1853) e La traviata (1853) è parte della cosiddetta “trilogia popolare” di Verdi. Centrato sulla drammatica e originale figura di un buffone di corte, Rigoletto fu inizialmente oggetto della censura austriaca. La stessa sorte era toccata nel 1832 a Le Roi s’amuse, bloccata dalla censura e riproposta solo 50 anni dopo la prima, e proprio a seguito della popolarità raggiunta da Rigoletto a Parigi. Nel dramma di Hugo, che non piacque né al pubblico né alla critica, erano infatti descritte senza mezzi termini le dissolutezze della corte francese, con al centro il libertinaggio di Francesco I, re di Francia. Nell’opera si arrivò al compromesso di far svolgere l’azione alla corte di Mantova, a quel tempo non più esistente, trasformando il re di Francia nel duca di Mantova, e cambiando il nome del protagonista da Triboulet a Rigoletto (dal francese rigoler che significa ridere).