Les Corbeaux

Danza

Oriente Occidente 2011
Danza

Centre Chorégraphique National d'Orléans (Francia)
Les Corbeaux
prima nazionale
Coreografia e danza Josef Nadj (Francia, Serbia)
Musica Akosh Szelevényi
Luci Rémi Nicolas
Set e accessori Clément Dirat, Julien Fleureau e Alexandre De Monte
Direttore tecnico e luci Christian Scheltens
Direttore del suono Jean-Philippe Dupont
Direttore di scena Alexandre De Monte
Prodotto dal Centre Chorégraphique National d'Orléans con la coproduzione del Théâtre Forum Meyrin (Svizzera) e il sostegno della Scène Nationale d'Orléans
Il Centre Chorégraphique National d’Orléans è supportato dal Ministère de la Culture et de la Communication – DGCA – DRAC Centre, la Ville d’Orléans, la Région Centre, le Département du Loiret e sostenuto dal French Institute per le tournée internazionali.
Il Centre Chorégraphique National d'Orléans, diretto da Josef Nadj è membro dell’ Association des Centres Chorégraphiques Nationaux (ACCN).
Spettacolo realizzato con il sostegno di FranceDanse 2011 – Foundation Nuovi Mecenati

«Anche la Francia si trova su due mari, ma sia sull’uno che sull’altro è solo parzialmente marittima. Poggia comunque più sul continente europeo che non sulla costa atlantica o quella mediterranea. E sta più sull’Atlantico che sul Mediterraneo. (...) Le bandiere con il fiore di giglio sventolarono sulle alberature a Tolone e a Marsiglia minacciando a più riprese le potenze vicine – mai abbastanza però da far sì che la Francia diventasse la potenza marittima del Mediterraneo.
Predrag Matvejevic, Breviario Mediterraneo

La performance Les Corbeaux a cui i due ungheresi Josef Nadj e Akosh Szelevényi (sassofonista e polistrumentista) partecipano a pari titolo, nasce prima di tutto da una ricerca minuziosa sulla relazione, né mimetica o didascalica ma congiuntiva e forse addirittura parimente generativa, tra suono e presenza scenica. A partire da alcune iniziali scritture extralinguistiche su di un vetro, forse linee di volo dei corvi, come memoria di una serie di disegni sul tema composti già nel 2008 — perché l’attività pittorica è sempre alla base dell’ispirazione visiva di Nadj — in un ambiente sonoro prevalentemente percussivo, il legame tra i piani sensoriali della performance sembrano inizialmente dialogare.
L’occasione restituita dal titolo riguarda l’osservazione dei corvi nel preciso momento di transizione in cui dal volo l’animale si adagia lentamente sul terreno. Un istante da nulla, sembrerebbe. Ma che implica, invece, un universo di momenti di passaggio, di scritture e di segni che rivelano, a chi sa meglio attendere e osservare, la meccanica vitale di un irripetibile equilibrio: il sogno della permanenza travolto dall’incubo dell’impermanente.
Quando poi da un cono di metallo scende una pioggia di sabbia e con tubi alla mano ne attraversano la corsa facendo risuonare il getto, e poi entrambi ne raccolgono in parte dal cumulo a terra per comporre una sinfonia di suoni tubolari: qui, performer e musicista sembrano davvero coincidere. Il dialogo si trasforma in partecipazione: il tempo dell’azione è generazione di musica, esattamente nell’istante in cui il suono si produce in presenza.
Anche il movimento solistico di Nadj, pieno di contorsioni, e cadute a terra dalle spalle, rimanda a una poesia dell’incontro con l’altro musicale che nell’animale non è negoziato da alcuna cultura. Così la pittura verticale di un dito/becco, o dell’intero corpo emerso da una botte colante colore su un piano bianco orizzontale (come un uomo uniforme, anonimo, senza organi, senza umanità, forse nel rigore scarno e sobrio di una statua di Giacometti), non dipinge soltanto, ma sembra piuttosto lasciarsi sciogliere, con una gestica nervosa e illogica, su una rumoristica anche aggressiva e ritmicamente autonoma: restano appunto le tracce, i segni di un passaggio del nero, e la luce incerta di una lampadina che si inabissa in un tubo.

Originario della Kanjiza, piccola cittadina serba situata vicino alla frontiera ungherese, Josef Nadj s’interessa fin da bambino alle arti plastiche e alla pratica delle arti marziali. Dal 1977, a Budapest, incomincia a studiare arte del movimento e nel 1980, a Parigi, frequenta i corsi della scuola di mimo Etienne Decroux e Marcel Marceau; prende anche lezioni di danza classica e contemporanea. Attivo tra la Francia e l’Ungheria, nel 1986 fonda la sua compagnia, le Théâtre Jel, e nel 1987 la sua prima creazione, Canard Pékinois; poi, dal 1995 dirige il CCN d’Orléans. Nadj ha creato un universo fantastico in cui l’immaginario si impregna della cultura dell’Europa centrale e del suo villaggio natale, elaborando una gestualità estremamente fisica, non di rado acrobatica, al servizio di narrazioni estremamente poetiche, emblematiche della parte più misteriosa, burlesca ed enigmatica della memoria e delle identità europee.

Akosh Szelevényi, compositore, sassofonista e poli strumentista ungherese, si trasferisce negli anni ‘80 a Parigi e viene a contatto con artisti quali Archie Shepp, Steve Lacy, Dewey Redman che lo influenzano profondamente. Ha composto e realizzato numerosi album con la Universal tra cui Imafa, Kebelen,Nap mint nap, Aki e collaborato alla produzione di molti spettacoli. Les Corbeaux è la sesta collaborazione con Josef Nadj, con cui ha iniziato a lavorare nel 2003.

durata 60 minuti
www.josefnadj.com


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto