Les feuilles qui résistent au vent

Danza

Oriente Occidente 2007
Danza

Compagnie Koffi Kôkô (Benin)
Les feuilles qui résistent au vent

Concezione, coreografia e interpretazione Koffi Kôkô
Composizione musicale Achille Acakpo, João de Burco
Luci Lutz Deppe
Musica Achille Acakpo, João de Burco e Mamadou Zon
Dispositivi scenici Django Herbert
Produzione Christiane Uekermann
Distribuzione Feirefitz Agency for Performing Arts, Christiane Uekermann
Danzatori Koffi Kôkô, Abubakar Usman, Awoulatou Alougbin, Benjamin Iwar, Eric Acakpo, Filbert Tologo, Alidou Yanogo

Spettacolo commissionato da House of World Culture, Berlin

prima nazionale
durata 70 minuti

Koffi Kôkô è un artista chiave della danza africana e lo è per più motivi. Originario del Benin, da più di vent’anni elabora in un linguaggio immediato quanto sofisticato nel segno l’incontro tra le radici ritualistiche della danza africana, nel rispetto e nel vigore del senso che la anima, e la danza contemporanea di matrice occidentale. Un viaggio che dà luce e forza alla dimensione iniziatica della danza africana che si rinventa in una forma spettacolare compiuta, costantemente di presa e profondità. Koffi Kôkô è tra l’altro un interprete di deciso carisma: lo si è visto più volte anche in produzioni a più mani come Le Serve da Jean Genet danzato insieme a Ismael Ivo sotto la direzione di Yoshi Oida. Artista, Koffi Kôkô, impegnato anche nella diffusione e nella promozione della danza africana: ha curato e organizzato nel 2002/2003 il Pan-African Festival Atout African in Benin.
Les feuilles qui résistent au vent è una commissione del 2003 del Transit Festival di Berlino. Koffi Kôkô, autore e anche danzatore dello spettacolo, è partito dall’immagine del titolo per creare una metafora sulla forza vitale. E infatti il lavoro di quest’artista è animato da una tensione desiderante, una fantasia poetica in cui lo spazio della scena si trasforma in un luogo “dove gli spiriti del passato e del presente si incontrano attraverso la danza”. Cita Hölderin per darci con altre parole il principio immaginifico di questo lavoro “seguire una stella, niente d’altro”, una sorta di cerchio eterno dalla nascita alla morte, una reincarnazione che è metamorfosi. Tra alti pali di bamboo sui quali stare in equilibrio alla ricerca di un contatto con gli dei e la presenza tra i piedi della terra rossastra che ci ricorda la nostra dimensione umana.


organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto