Lo scrittore francese Sorj Chalandon visto dalla sua voce italiana

Incontri e convegni , Presentazione libro

Con sempre maggior frequenza si riconosce alle traduttrici il ruolo determinante che svolgono: sono pochissime ormai le case editrici che non dichiarano il nome del traduttore di un libro. Ed alcune traduttrici legano il loro lavoro ad un autore in maniera così indissolubile da diventare una sorta di altre ego, un po’ come accade nel mondo del doppiaggio.
Silvia Turato segue lo scrittore francese Sorj Chalandon da sempre ed in modo meticoloso: per prepararsi alla traduzione di “Chiederò perdono ai sogni”, ambientato in Irlanda del Nord, si recò a Belfast per meglio catturare le atmosfere dei Troubles che erano al centro del libro.
Ed ha seguito con cura la traduzione de “La quarta parete” ed ora di questo nuovo “La professione del padre”.
Silvia Turato, nata a Vicenza, ha vissuto per molti anni a Rovereto dove è nata sua figlia ed è tornata solo recentemente nella sua città natale, ma ha mantenuto un rapporto molto forte con la città della Quercia. È oggi una delle più stimate traduttrici e consulenti editoriali italiane. Ha aperto recentemente un suo blog “Il filo di rame”.
“Sorj Chalandon scrive con le sue lacrime. Dopo quelle versate per il tradimento del suo amico irlandese, quelle del massacro di Sabra e Shatila in Libano (La quarta parete), lo scrittore libera le lacrime della sua infanzia in La professione del padre.” Così Olivier Pèrou su Le Point.
Non potevamo non invitarla a parlare di un libro così straordinario, capace di confermare il talento dell’autore francese.
Quante cose si possono fare in una sola vita? André Choulans dice di essere stato cantante, insegnante di judo, calciatore, spia, pastore pentecostale, paracadutista durante la guerra, confidente del generale de Gaulle e poi suo nemico. Ha una missione: uccidere de Gaulle e combattere affinché l’Algeria resti francese: per questo chiede aiuto al figlio Émile

Il ragazzo decide di stare al suo fianco eseguendone gli ordini e accettandone il duro addestramento. Affascinato ascolta i racconti di eroismo del padre e dimentica i comportamenti violenti di quell’uomo malato. Incassa i colpi, non dubita, non si lamenta, non giudica

Vuole essere il miglior figlio possibile, ogni volta più bravo, a scuola come a casa. Quella casa, dove non è permesso portare nessuno, che diventa il luogo in cui la piccola storia eroica e avventurosa di Émile incontra la grande Storia nella quale il padre in qualche modo è sempre implicato – la fuga di Nureyev dall’URSS, l’omicidio di Kennedy – e dove si forma la ferita che poi albergherà nel cuore del protagonista anche da adulto

Un romanzo forte e potente – pieno di ombre che convivono con la luce – come tutti quelli che ci ha regalato Sorj Chalandon, narrato con uno stile serrato, pieno di immagini dalle quali difficilmente riusciamo a staccarci.
Una storia toccante e un romanzo sublime.