Lontano dalla vetta: Di donne felici e capre ribelli
Un diario di montagna che è anche e soprattutto molto altro: uno sguardo intelligente, poetico, dolce, ironico e disincantato.
E per il pubblico trentino, molto interessanti le pagine sulla vicenda di Agitu Ideo, la donna etiope che divenne imprenditrice e allevò capre in Val dei Mocheni, finendo poi per morire per mano di un connazionale: una storia presentata come un esempio di integrazione, dai risvolti invece ancora non chiari e digeriti. E soprattutto poi la storia di ‘Bea Capre’, la giovane pastora che ha provato a prendersi cura delle capre di Agitu, scontrandosi con mille difficoltà.
«Uno sguardo emozionante, che riscopre l'arte di tenersi in equilibrio» – Nives Meroi
C'è chi va in montagna in cerca del midollo della vita, per sfuggire ai propri fantasmi e alle ansie metropolitane. E chi – come l'autrice – ci si trova per caso. Sognava il caldo, il mare e le spiagge del Mediterraneo, ma un Accadimento l'ha portata in una baita sulle Alpi, a 1700 metri; in un borgo sotto il ghiacciaio del Monte Rosa. Lì ha scoperto – grazie a un gregge di caprette, un branco di lupi, un'aquila, e alcuni personaggi che sembrano usciti da una favola– che si può condurre una vita più semplice e trovare (forse) la felicità nelle piccole cose. Basta poco per cambiare ritmo e vivere come i cittadini hanno dimenticato: camminare, respirare, spaccare la legna, spalare la neve, fare yoga o stare semplicemente seduti su un masso caldo di sole. Lì ha scoperto che non è necessario correre per raggiungere la cima, perché il vero scopo non è arrivare sempre più in alto, ma riappropriarsi di un tempo antico e dilatato. Più facile se lo fai con un cielo blu sopra la testa e dentro il cuore. Blu come sono le montagne in lontananza. Blu come le sfumature dell'acqua del mare: il colore della vastità, dell'incontenibile e del desiderio. Un diario di montagna che è anche e soprattutto molto altro, uno sguardo intelligente, poetico, dolce, ironico e disincantato.
Caterina Soffici è nata a Firenze. Vive tra Londra e la Valle d’Aosta. Ha un marito, due figli e un cane. È editorialista de La Stampa, collabora con TuttoLibri e altri giornali. Crede nel potere delle parole di cambiare il mondo e per questo tiene corsi di scrittura al Ministry of Stories, il laboratorio di East London per bambini e ragazzi di ambienti svantaggiati, dove si lavora sulla creatività, il racconto e la memoria.
E se vi state chiedendo se ha qualcosa a che fare con il futurista Ardengo, beh era suo nonno