Luigi Bonazza (1877-1965)

Mostra

Progetto della mostra Giovanna Nicoletti

A quaranta anni dalla morte dell'artista nato ad Arco nel 1877, l'Assessorato alla Cultura del Comune di Arco celebra in una mostra monografica l'opera di Luigi Bonazza. Oli e opere grafiche mettono in luce il clima mitteleuropeo della secessione, coniugato ad un utilizzo seduttivo della linea curva che indugia mollemente sui corpi trasfigurandoli in elementi fortemente letterari ma anche significativamente simbolici.
Le opere ripercorrono i dati biografici di Luigi Bonazza. Nato ad Arco il 1 febbraio del 1877, Luigi Bonazza tra il 1890 e il 1893 risulta iscritto alla Scuola Reale Superiore Elisabettina a Rovereto, dove si era trasferito con la famiglia. Nel 1897 dopo essersi diplomato raggiunge Vienna per frequentare i corsi alla Kunstgewerbeschule des K. K. Österreich Museums für Kunst und Industrie sotto la guida di Felician von Myrbach e Franz von Matsch. Nel 1904 stringe amicizia con Attilio Cavagna, ingegnere del comune di Vienna, che l'anno precedente gli aveva commissionato il ritratto della figlia Silvia.
Esegue i primi bozzetti per la Leggenda di Orfeo, ispirata ai canti di Virgilio e di Ovidio. Da una ricerca legata al post-impressionismo, attraverso l’analisi del colore “diviso”, sviluppa una impostazione costruttiva dell’immagine del tutto personale che si rifà al gusto decorativo secessionista.
Durante un breve soggiorno in Istria conosce Poldi, una ballerina, che sarà sua modella e compagna durante gli anni viennesi. Nel 1905 sperimenta la tecnica dell'incisione, a cui era stato iniziato da Myrbach e dallo studio delle incisioni conservate all'Albertina di Vienna. Realizza sei tavole dedicate agli Amori di Giove che evidenziano l'influenza di Franz von Stuck. Verso il 1911 inizia la serie delle Allegorie del giorno che eseguirà come versione finale dopo la Prima Guerra Mondiale. Conosce e sposa Ludmilla Rosa Kraner, figlia del pasticcere di corte di Francesco Giuseppe. Ritorna a Trento l'anno seguente dove viene assunto come professore ordinario dell'Istituto Tecnico. Nel 1912 viene invitato alla X Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia dove presenta le acquaforti del ciclo Jovis Amores. Nello stesso periodo con altri artisti fonda il Circolo Artistico Trentino. Nel 1914 acquista un terreno nella zona sud della città dove fa costruire la propria casa. La decorazione interna, da lui realizzata con affreschi, costituisce una sorta di opera d'arte totale che porterà a termine solo negli anni '40. In marzo Bonazza fugge a Milano per non essere arruolato; la moglie torna a Vienna.

Nell'estate l'artista ottiene un lavoro come disegnatore presso le officine Caproni presso le quali esegue delle acquaforti sul tema dei velivoli. Alla fine del 1918 Bonazza ritorna a Trento dove lo raggiunge la moglie Ludmilla e riprende il suo lavoro di insegnante presso l'Istituto Tecnico. Negli anni '20 fervono le attività incisorie confermate dai successi ottenuti nell'ambito delle esposizioni internazionali e nazionali a cui l'artista partecipa. Sono gli anni in cui il gusto secessionista culmina in una monumentalità plastica delle forme, espressa soprattutto nella compostezza dei corpi. Nel 1920 è presente alla Biennale di Venezia con il ciclo delle Allegorie del giorno, nel 1921 alla mostra Grigio-Verde di Napoli e nel 1922 è ancora alla Biennale con l'incisione Ritratto del Principe Vescovo Celestino Endrici. Seguono le mostre di Ca' Pesaro, della Kunstschau di Bolzano e del Salone di Torino. Alla fine degli anni '20 decora le chiese di Tezze e S. Giuliana. Nel 1929 muore l'amico e pittore Oddone Tomasi. Questo triste avvenimento coincide con lo scioglimento del Circolo Artistico Trentino. Nel 1931 affresca il Palazzo delle Poste, con Il ricevimento di Tre Cardinali nel Palazzo a Prato a Trento nel tempo del Concilio. Tra il 1935 e il 1938 Luigi Bonazza soggiorna a Torbole sul lago di Garda, nella casa della sorella Maria. Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si ritira nella sua casa a Trento, alternando brevi soggiorni a Bosentino dove riprende la pittura da cavalletto. Estraniatosi dal clima di avanguardia e di sperimentazione artistica che, alla fine degli anni Cinquanta, spinge i diversi percorsi artistici verso un rinnovato linguaggio pittorico, smette di dipingere isolandosi nella sua casa fino alla morte avvenuta il 4 novembre 1965.


organizzazione: Comune di Arco Assessorato alla Cultura