Luigi Bonazza. Opere su carta
LA LUNGA LINEA VIENNESE DI LUIGI BONAZZA
Luigi Bonazza è senza dubbio uno degli artisti più singolari nel panorama trentino di questo secolo, ed il motivo principale di questa sua "singolarità" è innanzi tutto la sua assoluta indipendenza dagli svolgimenti dell'arte trentina e cioè la sua "fedeltà", se così vogliamo chiamarla, ad una visione dell'arte sì rinnovatrice, ma al tempo stesso non rinnegante la tradizione. Tale era infatti il clima che si respirava a Vienna alla fine dei secolo scorso quando lui si trovò, giovane studente, in quel grande crocevia di arte cultura: un clima che gli rimase per sempre "attaccato" addosso, Da una parte vi erano infatti gli "strappi" in avanti di Klimt, di Kolo Moser, di Schiele, e comunque della Secessione viennese, e dall'altra aleggiavano invece le influenze della linea più morbida, cioè delle Secessioni monacense e berlinese dei vari Hodier, Knopf e Franz von Stuck, dietro ai quali aleggiava la grande ombra di Arnold Bócklin. Insomma l'arte di fine secolo si connotava di accenti simbolici e mitologici che conferivano alle composizioni degli artisti declinazioni via via sempre più "eroiche". Inoltre, gli artisti della Secessione viennese guardavano con grande interesse anche ad oriente, alla ricerca di altre motivazioni che potessero arricchire e rinnovare al tempo stesso la tradizione occidentale. La pittura e la decorazione acquisirono così dei "bizantisismi", ovvero l'uso di materiali preziosi, e di "giapponismi", cioè l'attitudine alla linea di contorno ed alle tinte piatte, tecniche mutuate dal grande interesse che stava ottenendo in occidente l'arte xilografica giapponese. Ed in questo contesto, complesso e stimolante al tempo stesso, prende l'avvio la vicenda artistica di Luigi Bonazza che giunge a Vienna nel 1897, per iscriversi alla Kunstgwerbeschule, e vi rimarrà sino al 1913, quando, probabilmente, qualcosa muterà nel clima della capitale, suggerendogli di rientrare definitivamente in Trentino.
Questa mostra di Bonazza si compone esclusivamente di disegni provenienti da un corpus di 375 opere inedite, a lungo custodite in casa dell'artista e che furono oggetto di una pubblicazione a cura della Galleria Dusatti nel 1999. Si tratta perciò di un notevole contributo alla conoscenza dell'artista per il loro "interesse specifico" in quanto materiali per la maggior parte che potremmo definire "progettuali" alle opere più importanti realizzate da Bonazza in un arco di tempo che va dal 1897 al 1957: dunque nel corso di ben 60 anni di lavoro! E, al di là dell'intrinseca bellezza di molte di queste opere e della loro piacevolezza visiva, è l'estremo interesse filologico che ci intriga di più, e cioè la loro intima relazione con le opere pittoriche delle quali erano studi preparatori, che ci informa sui gradi di avvicinamento, sui ripensamenti, a volte suggerendoci anche l'idea di una più "felice" riuscita creativa nella prima, immediata, stesura. Disegni che spesso sono studi di nudo, di figura. E mentre i vari studi maschili sono sempre collegati a dipinti o cicli decorativi, passando poi al "disegno per il disegno", cioè disgiunto da una precisa progettualità relativa, si evidenzia la continua e specifica attenzione di Bonazza per l'universo "donna". Accanto a questi, cioè agli studi di nudo, vi sono poi "studi femminili" che ci restituiscono il clima della "donna Liberty" d'inizio secolo. Si tratta soprattutto di disegni a china, a volte rapidi, altre più rifiniti, il cui soggetto ricorrente sono appunto queste meravigliose donne d'inizio secolo, con le loro acconciature di capelli raccolti sulla nuca, con le loro lunghe gonne, i corsetti stretti in vita... insomma; la Belle Epoque, così come Bonazza l'ha vissuta.
Maurizio Scudiero