Mana

Danza

Trento a Teatro
InDanza

Vertigo Dance Company
Mana
coreografie Noa Wertheim
Vertigo Dance Company è supportata dal Ministero delle Arti e della Cultura di Israele, dalla Città di Gerusalemme, dalla The Jerusalem Foundation e il Ministero degli Affari Esteri israeliano.

Mai approdata in Italia prima d’ora nonostante i successi internazionali, l’israeliana Vertigo Dance Company sonda da due decenni l’uomo e le sua manifestazioni interiori ed esteriori attraverso il corpo e la danza. Fondata nel 1992 a Gerusalemme dall’americana Noa Wertheim (formatasi al Rubin Academy of Music and Dance di Gerusalemme e successivamente danzatrice presso la Jerusalem Tamar Dance Company) e dall’israeliano Adi Sha’al (ex-danzatore della Bat-sheva), Vertigo si presenta come un’imponente compagnia d’autore capace di coniugare una danza vibrante, energica, sinfonica a temi impegnati e profondi.
Il nome della compagnia deriva dalla prima pièce che Noa Wertheim e Adi Sha’al, compagni d’arte e di vita, hanno creato insieme agli inizi della loro carriera d’autori: un duetto (intitolato appunto Vertigo) ispirato dalla prima esperienza di volo di Adi Sha’al durante il suo addestramento nell’aviazione israeliana. Al centro del lavoro l’indagine del roteare e dell’avvitamento nello spazio che conduce alla perdita di controllo applicata sia al singolo sia alla partnership.
Da allora la loro ricerca non ha incontrato battute d’arresto: Noa e Adi hanno inanellato una quindicina di lavori per la Vertigo Dance Company spinti dal desiderio comune di sondare sempre nuovi territori, sconosciuti e poco familiari.
Mana, in programma martedì 7 dicembre al Teatro Sociale di Trento, è l’ultima creazione firmata da Noa Wertheim in collaborazione con i suoi danzatori. La fonte del lavoro è il libro più importante della tradizione cabalistica medioevale, lo Zohar (Il Libro dello splendore) che ebbe nel mondo ebraico una diffusione straordinaria, quasi pari a quella della Bibbia. Il libro, che ha lo scopo di preparare il lettore all’incontro con il divino e all’esperienza interiore, racconta in circa millesettecento pagine, le avventure e gli incontri di Shimon bar Yohay e dei suoi otto allievi. Noa Wertheim non mette in danza lo Zohar, né tanto meno i suoi racconti. Cerca piuttosto di tradurre nei corpi un’emersione delle coscienze, di far affiorare le luci e le ombre della vita, l’esperienza interiore di ciascuno e la capacità di ascolto dell’altro.
Immersi in una sorta di limbo gli otto straordinari danzatori di Wertheim emanano una forza silenziosa e misurata in continua tensione tra contenitore e contenuto. Tensione quest’ultima simboleggiata dalla grande sagoma di una casa che fa da scenografia, la cui porta centrale diviene icona del confine tra le due sfere. La danza è circolare, ipnotica, sfiora il sentire mistico in questo suo reiterato bisogno di svilupparsi in tondo, all’unisono, in coppia. Lo stesso si può dire della musica composta dal fedele collaboratore Ran Bagno, da più di un decennio partner della coreografa: un’ipnotica e ritmica base nella quale si fondono elementi jazz e suoni del lontano Oriente.

Nel pomeriggio di martedì 7 dicembre presso la Sala Medievale alle ore 17.00 Lanfranco Cis, consulente artistico per la stagione Indanza del Centro Servizi Culturali Santa Chiara terrà un incontro d’approfondimento sulla “Nuova danza israeliana”. Ingresso libero.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara