Mangiagli il cuore!
da un'idea di Patricia Zanco
testo di Francesco Niccolini
di e con Patricia Zanco
“Siamo in una invisibile ma sofferta terza guerra mondiale, a pezzetti, come dice il Papa. Voglio parlar di guerra, quella vista e vissuta dai bambini-soldato in Africa come in Medio Oriente. Questo non è uno spettacolo ma una chiamata pubblica e vuole condividere con lo spettatore quello sguardo. Forse non servirà più chiederci perché tante genti affollano le frontiere Europee chiedendo asilo politico, scappando disperati dalle loro...dalle nostre guerre”. Patricia Zanco
“In Mangiagli il cuore portiamo sulla guerra il loro sguardo vivo e contemporaneo, perché la memoria storica, è importante, però, la leggerezza e la paura dei ragazzini ci aiuta a capire cosa sono tutte le guerre. Cambiano i modi ma i contenuti sono gli stessi, sempre. Il tremore del soldato adulto o bambino è sempre lo stesso e si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”. (Patricia Zanco)
“Penso a Priamo che piange sul cadavere di Ettore, ed è costretto a baciare la mano di chi ha fatto massacro di suo figlio per implorarlo di riaverne il cadavere.
Penso a tutti i padri, e le madri, che hanno pianto i loro figli. E a tutte le guerre, più o meno eclatanti, più o meno mondiali o striscianti, che sono state combattute e che nel 2015 ancora vengono combattute, e a quante lacrime sono state versate, dalla guerra di Troia a oggi.
Ma penso anche a tutti i figli sui cui corpi nessun padre ha potuto versarne nemmeno una, di lacrima, e come – spesso – soprattutto dal Novecento in poi, l'età di chi andava a morire ha cominciato a precipitare: diciannove, diciotto, diciassette anni nella prima guerra mondiale, e via via fino ai dodicenni delle guerre d'Africa e ai kamikaze bambini. Penso alle ruspe che hanno cancellato quei corpi, all'iprite del famigerato Fronte Occidentale, al Carso coperto di ragazzi congelati, ai mutilati a colpi di machete o ai colpi di pistola in pancia o in faccia dopo una bella dose di sostanze stupefacenti per non sentire più nulla, paura compresa.
Così tutti gli adolescenti condannati a morte dal 1914 in poi si assomigliano. Perché non saprei come chiamarla differentemente: una condanna a morte senza colpa e senza processo, come per Joseph K. Cambiano – e nemmeno di tanto – le armi e gli strumenti di distruzione di massa, ma che sia una mitragliatrice o un kalashnikov, una baionette o un machete, iprite o napalm, il risultato è sempre lo stesso: la strage dell'adolescenza e della gioventù.
Come in Romeo e Giulietta, dopotutto: clan armati gli uni contro gli altri, e violenza, solo violenza. Per questo ci è venuto in mente di essere presenti nel quadriennio del centenario della Prima Guerra Mondiale con un racconto sui bambini soldato d'Africa.
Un racconto duro, ispirato a storie autentiche ma rivestito di qualcosa in più, di surreale e di magico, per un motivo semplice ma forte: come Münchausen che da solo si tira fuori dalle sabbie mobili insieme al suo cavallo, tenendosi su per il codino, così noi, vogliamo credere fermamente che da questo feroce bagno di sangue, ancora, possiamo tirarci via, con buona pace degli adulti, della politica, dell'industria, dei confini e delle bandiere”. (Francesco Niccolini)
Intero: 12 Euro
Ridotto Newsletter e Carta in Cooperazione: 10 Euro
Soci Spazio14, Estroteatro e 33Trentini: 9 Euro
Ridotto Studenti: 8 Euro
Ridotto Soci Portland: 6 Euro
organizzazione: Portland nuovi orizzonti teatrali