Marco Balzano
Il celebre scrittore presenterà, in anteprima regionale, il suo nuovo romanzo “Resto qui”
In attesa dell’avvio della 66. edizione del Trento Film Festival (che si svolgerà a Trento dal 26 aprile al 6 maggio) la rassegna offrirà un nuovo appuntamento di “MontagnaLibri” con il celebre scrittore Marco Balzano che, in anteprima regionale, presenterà “Resto qui” il suo ultimo romanzo ambientato a Curon, in Val Venosta (Einaudi).
A dialogare con lo scrittore, vincitore nel 2015 del premio Campiello, sarà Fabrizio Franchi, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino - Alto Adige.
Il nuovo romanzo di Balzano, ha evidenziato Gigi Riva su “L’Espresso”, benché ambientato in altra epoca, parla dei grandi tempi di oggi. Le frontiere, il migrare, i dissidi etnici, i soprusi del potere sulla gente comune, le pulsioni autoritarie.
Protagonista della storia, ambientata a Curon, in Val Venosta (località che nel 1950 fu sommersa da un lago artificiale creatosi dopo la costruzione di una centrale idroelettrica e da dove ancora oggi emerge la famosa punta del campanile della chiesa) è Trina, una donna caparbia, madre e moglie, legata alla sua terra, al suo paese, che odia piangere e che è abituata a lottare, facendolo per tutta la vita. Quando i fascisti arrivano nella valle la vogliono italianizzare, occupano scuole e municipi, vietano la lingua tedesca, cambiano i nomi alle vie. Vogliono sradicare radici di secoli. Ma Trina, pur di non perdere la propria identità, trova il coraggio di ribellarsi, vuole continuare a fare la maestra, insegnare ai bambini a leggere e scrivere in tedesco, è disposta ad «andare nelle catacombe», le scuole clandestine, rischiando l'arresto, la deportazione. E così inizia a lottare, affidandosi al racconto e alle parole con delle lettere che scrive alla figlia scomparsa nel nulla, sperando sempre in suo ritorno. Così come non scappa e lotta, dopo la guerra, quando le acque sommergeranno le case e i campi del suo paese. “Se per te questo posto ha un significato, se le strade e le montagne ti appartengono, non devi aver paura di restare”. E attorno a queste parole costruirà la sua lotta che l’accompagnerà per tutta la vita.
«Non credo ai colpi di fulmine – ha spiegato Marco Balzano - né in amore né nella scrittura. Però quando ho visto quel paese sommerso ho subito avuto la certezza che avevo davanti una storia, e non desideravo altro che capire se avrei saputo raccontarla. Così ho iniziato a studiare, sono andato a parlare coi pochi testimoni di quella vicenda e più imparavo, più mi rendevo conto che l’Alto Adige è come lo specchio di quel lago: sotto la calma apparente ribolle il tumulto. La distruzione del paese è stato l’ultimo atto di un lungo periodo violento che ha riguardato non solo Curon, ma tutta la regione. Lì, nel 1921, con la marcia su Bolzano, è iniziato il Ventennio, lì dopo l’8 settembre è arrivato Hitler, lì è scoppiato il primo terrorismo. Ed è lì che dovremmo andare a fare i conti per riflettere su cosa sono il fascismo, l’identità, l’unità d’Italia, il progresso e ciò che di drammatico quasi sempre implica per il paesaggio e le persone: tutto questo – sotto le montagne verdeggianti, i vasi di gerani in bella mostra sui balconi, l’ordine dei borghi – è l’Alto Adige. È un posto che ci riguarda e che parla di noi».
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Ingresso libero
organizzazione: Trento Film Festival - Piccola Libreria