Mario Colombelli. Finestre su Mezzocorona

Mostra

Mostra di pittura
“Finestre su Mezzocorona”
di Mario Colombelli

La concezione di un’arte esplicitata nella precisa rappresentazione della realtà, la trasmissione il più possibile completa degli elementi oggettivi, dopo l’avvenuta percezione dei dati attraverso gli occhi dell’artista, sembrano essere i principi ispiratori dell’opera di Mario Colombelli, pittore e scenografo nato a Gorgonzola, formatosi presso l’Accademia di Brera a Milano, oggi residente e in attività a Lasino in provincia di Trento.

Osservando la sua pittura accuratissima viene spontaneo affermare che, a muovere la personale vocazione superrealista, sia il “luogo originario della razionalità”, ed in questo senso la soluzione e il destino della sua arte pare appartenere ad un sistema percettivo nel quale convivono lucida determinazione, concentrazione ed intuizione.
Un realismo radicale applicato con la precisione dei miniaturisti medievali e che trova familiarità con le esperienze dell’iperrealismo americano del quale rinverdisce la volontà di ampliare la normale percezione del mondo verso il quale ci si pone con sguardo di completa fedeltà.

Nella “riscoperta del reale”, come avvenne anticamente per l’esperienza della pittura fiamminga, si esprime il canone assoluto della figurazione di Mario Colombelli e nella tecnica lenta del colore ad olio su tela, rivivono le spazialità unificate attraverso la luce, in una visione particolareggiata, incline alla classicità; la mostra di Mezzocorona allestita per il Settembre Rotaliano ne è una sostanziale e decisiva testimonianza.

Pure se sostenuta da un nitore di matrice apollinea, dal gusto per la precisione formale, nella perfezione dei dettagli, l’opera di Colombelli non sembra attingere elementi strutturali della storia passata e pure sembrano assenti le vanità gratificanti del trompe-l’oeil dove l’imitazione diviene formula seducente ma ingannevole.
La scelta dell’artista invece si realizza con maggiore complessità intuitiva nella determinazione di una simulazione in “forma fredda” che non dispone per una comprensione del “calore dell’imperfezione” tipico della pittura più gestuale, ma per una manifestazione scenografica massimamente asettica dove ritroviamo elementi “più veri del vero” e quindi “sorprendenti”.
Molte sono le modalità per una realizzazione pittorica così esaustiva e carica di conseguenze di estrazione colta.
Le opere, composte con virtù ed attraverso una manualità di sicura esperienza, sono già naturalmente in grado di suggestionare la nostra osservazione mediante una loro insita proprietà che dispone per la “magnificenza”, mentre siamo colti da uno stupore quasi estatico.

Una delle principali complessità dell’opera di Colombelli risiede nella inevitabilità della nostra inclusione negli spazi rappresentati che si dimostrano in tutta la loro forza catalizzatrice e avvolgente. Attraverso prospettive multiple siamo immessi con intensità non solamente nel paesaggio figurato ma anche apparteniamo all’atmosfera che lo pervade e che solitamente pare non risentire di sentimenti d’inquietudine.
Ecco quindi la grande potenza dell’arte che si manifesta nella sua sembianza, in questo caso sommamente simile, se non uguale, alla realtà ed in questo consesso fra vero ed immaginario, troviamo la luce a distribuire intensità visibili e soluzioni d’ombra, senza alcuna volontà selettiva, dentro una azione “democratica” che comprende le cose infinitamente piccole, quanto le cose immensamente grandi.

Nella vastità del visibile ed in assenza quasi totale della prospettiva aerea quindi troviamo per il nostro occhio tutte le componenti dell’ambiente, sia questo di soluzione antropica o naturale, e l’interezza delle particolarità viene sostenuta significativamente attraverso una tecnica fortemente connotata da sfumature e velature che per nulla fanno rimpiangere le riproduzioni della fotografia. Anzi! Nella loro conformazione stupefacente riemerge la nostra facoltà di immediatezza per l’osservazione che rende importante la capacità cerebrale, mentre trasmette informazioni al nostro occhio, per le azioni che compirà la nostra mano … Il gusto di riacquistare qualità smarrite …

In molte opere di Mario Colombelli infine, troviamo un suggestivo dialogo in atto tra il paesaggio e la figura umana, quest’ultima spesso colta in momenti di sottolineatura riflessiva. Anche i luoghi di Mezzocorona vengono in questo senso “aggiustati” da presenze sensibili, come nel caso di “Palazzo della Vicinia” dove non solamente possiamo tornare a ritroso da una prospettiva lontanissima di montagne sovrastate da poche nubi in un mare di cielo sereno, ma anche soffermarci fra le squadrate ombre restituite dai volumi urbani, per salire fino al davanzale interno della camera rinfrescata dall’aria pulita, dove una pensierosa adolescente si riordina i biondi capelli.
Naturalmente il centro della nostra attenzione diviene la solitaria figura in primo piano e tuttavia senza accorgercene siamo istigati subito dopo a cercare elementi di comprensione anche in tutto lo spazio nel quale è ospitata.
Spazio interno ed esterno ovviamente, luogo complessivo della nostra esistenza, non solamente composta di materie tridimensionali effettivamente toccabili, ma anche di sentimenti e frammenti psicologici talvolta assai nascosti e spesso rinvenibili solamente per mezzo di inflessioni e riferimenti comunicativi analogici ed inferenziali.
Dentro e fuori in questo caso (ma alla stessa stregua sono risolte anche le opere “Avvolto di Palazzo Firmian”, “Finestra d’estate” ed “Interno”) diventano macro contenitori di interiorità dove silenziosità di pomeriggi estivi, piccoli gesti e leggere malinconie, sono anch’essi parte integrante di un paesaggio non esclusivamente visibile e dove il vento dell’emozione ancora, a discapito di tutte le maleducazioni del contemporaneo, riesce a navigare e raggiungerci.
Natura, Storia ed Umanità. Ecco la sostanza dell’opera eccezionale di Mario Colombelli, un’arte espressa attraverso qualità formali indiscutibili, ma anche che si compone di una strategia poetica al limite dell’intensità sentimentale e romantica.
Buona visione.
Alessandro Togni

www.mariocolombelli.it