Mario Colombelli. Realtà e Fantasia

Mostra

Mario Colombelli è nato a Gorgonzola, in provincia di Milano, il 26 ottobre 1950. Ha frequentato il liceo artistico e successivamente ha completato la formazione all’Accademia Belle Arti di Brera specializzandosi in scenografia. Negli anni settanta ha avuto una intensa attività artistica con mostre personali, concorsi e collettive.
Vive a Lasino dove si è trasferito per motivi familiari nel 1977.

L’artista si presenta così:
“La mia pittura, basata esclusivamente sull’uso dei colori ad olio su tela attraverso l’utilizzo di pennelli, si compone di giochi di linee curve che interpretano la realtà e si raccordano tra loro in un’armonia che culmina nel complesso gioco scenografico della disposizione del tutto. Il colore forte si stempera nei virtuosismi di una sfumatura tersa e luminosa. I contrasti all’interno delle stesse figure e le linee creano il movimento in tutto il dipinto. Amo la pittura e tutte le sfumature dal bianco e nero al colore.
Amo le linee e si suoi movimenti flessuosi e accattivanti.
Amo il virtuosismo della tecnica pittorica” “Sono tele che pulsano di vitalità cromatica e spaziale, tanto che ogni
presenza comunica una propria interiorità emotiva; ogni dipinto si configura come un racconto nato dall’equilibrato dialogo fra l’uomo, la natura e l’architettura. Mario Colombelli, infatti, trae diretta ispirazione dalla realtà e crea delle immagini capaci di evocare situazioni e sensazioni. Gli elementi di sfondo sono decisamente riconoscibili, così come alcuni personaggi che lui ritrae in quanto protagonisti di una quotidianità volutamente diventata soggetto di indagine dell’opera d’arte; questo però non impedisce all’osservatore
di rilevare la presenza di entità surreali, a volte metafisiche. Infatti, l’intenso vocìo che spesso percorre queste tele si fa poi sussurro nel momento in cui lo sguardo, lascia l’impressione d’insieme e si posa sul particolare. Ecco allora che fra le chiome degli alberi, fra le pieghe di un gesto o nella simmetria di un rosone si cela un percorso fatto di sospensioni, di rimandi ad una dimensione universale: la
concretezza del segno nasconde, comunque, il desiderio di aprire il messaggio ad articolati piani di lettura. Ogni lavoro, nato dal risultato di più tensioni sovrapposte, appare come un apparato scenografico complesso per cui ogni elemento si configura attraverso un instancabile movimento di linee che non permette di chiudere definitivamente il sipario. Attraverso la scomposizione delle forme l’artista crea elementi spaziali dall’andamento morbido; hanno movenze naturali, mai costrette dalla rigida geometria, anche le presenze architettoniche che vengono rivestite delle stessa emotività
propria delle figure. Fra gli elementi in primo piano e quelli dello sfondo non c’é distinzione poiché, sebbene ogni singola parte abbia un ruolo preciso sulla superficie, tutto poi converge all’interno di un pensiero globale, di un’ipotetica eternità che ha saputo cogliere la bellezza dell’attimo rendendolo immortale.
Quindi è un unico movimento quello che corre in questi quadri, studiati e strutturati nel minimo dettaglio, ma con una loro immediatezza espressiva derivata dall’uso di intense tonalità cromatiche.
Dalla plasticità delle forme e dalla luminosità della scena”.
Riccarda Turrina