Matrimonio in cinque atti
Nella giornata conclusiva della rassegna ‘Osvaldo’, la libreria Arcadia organizza l’incontro con una delle più importanti scrittrici newyorkesi contemporanea: ebrea, progressista, appartenente alla upper class, Leah Hagen Cohen è in Italia per un tour di presentazione del suo romanzo, mentre negli Stati Uniti la Corte Suprema si è pronunciata in un modo che sta spaccando il paese.
‘Uno dei romanzi più ottimisti e profondi che ho letto negli ultimi anni.”
The Washington Post
Un incontro eccezionale. Arriva a Rovereto la scrittrice americana Leah Hager Cohen, autrice di sei romanzi e cinque opere di non fiction. Insegna scrittura creativa al College of the Holy Cross, in Massachusetts. In italiano era già uscito ‘Come un petalo bianco d’estate’ (Garzanti 2013), inserito tra i libri dell’anno dal New York Times e longlisted all’Orange Prize. Il suo sguardo acuto fustiga le tante contraddizioni della società americana contemporanea, enormemente divisa su temi importanti come l’aborto, le armi, etc.
La incontriamo nella suggestiva cornice del giardino di Santa Maria, in via Santa Maria, 12 per la chiusura del festival ‘Osvaldo’.
Sono giorni concitati per i Blumenthal. Bennie e Walter, coppia progressista di mezza età, con quattro figli e un quinto (inaspettatamente) in arrivo, sono alle prese con un evento festoso quanto problematico. Tra cinque giorni, in una cerimonia privata che si svolgerà in giardino, la loro figlia maggiore Clem sposerà la compagna di college Diggs, e i preparativi – affidati allo scarso senso pratico della stessa Clem e dei suoi bizzarri amici – sono in alto mare. Mentre gli ospiti iniziano ad arrivare, e i problemi a moltiplicarsi, si svelano i segreti della famiglia: quelli antichi, che riguardano uno strano episodio di novant’anni prima cui aveva preso parte l’anziana prozia Glad, e quelli più recenti, legati al clima di antisemitismo che si respira nel vicinato e che minaccia di entrare in casa Blumenthal. Ma anche il matrimonio architettato da Clem cela un segreto, e l’epilogo tragicomico è dietro l’angolo.
Lo sguardo empatico di Leah Hager Cohen si posa sul microcosmo della famiglia e sulle sue leggi eterne – il confronto tra genitori e figli, il senso dei valori condivisi, il passaggio di testimone tra le generazioni – dando vita a una commedia contemporanea gioiosa, imprevedibile, ritmatissima che parla di identità e di inclusione, di congiunti e di estranei, di memoria e di cambiamento.