Mauro Negri, Sonata Islands e Ensemble Zandonai di Trento

Musica jazz

Sonata Islands Festival 09

Mauro Negri clarinetto

Sonata Islands
Emilio Galante flauto
Tito Mangialajo Rantzer contrabbasso

Ensemble Zandonai di Trento
Giancarlo Guarino violino
Luca Martini viola
Francesco Ciech violoncello

Roberto Soggetti
Ice on the moon (novità - ispirata alla fotografia di Diego Moratelli)
Mario Pagotto
Joott (novità)
Emilio Galante
May in Paris
Oscar Del Barba
Mirrors (novità)
Cole Porter
Just one of those things (arrangiamento di Mauro Negri)
Vernon Duke
April in Paris (arrangiamento di Mauro Negri)
Mauro Negri
Savoir Faire (novità)

Il programma si impernia sulla visione speculare di alcuni celebri songs novecenteschi, nella loro consueta elaborazione jazzistica, dove la variazione si basa innanzitutto sull’improvvisazione, sui giri armonici dati e in un’elaborazione scritta, “classica”, che procede nella variazione seguendo criteri diversi, spesso più astratti e meno immediati.

Mauro Negri è nato a Mantova nel 1966, città nella quale ha compiuto i suoi studi classici, diplomandosi in clarinetto con Giovanni Bertolini. Nel 1984 si classifica secondo al concorso per primo sax indetto dalla RAI di Milano, con la cui orchestra ha collaborato negli anni successivi.
Nel 1989 incide il suo primo disco per la Splasch Records intitolato "Patarau". Nel 1991 vince il "Jazz Contest" con il suo nuovo quartetto Trapezomantilo con il quale inciderà quattro CDs. Nel 1992 vince il premio "Top Jazz" come miglior talento italiano. Nel 1992 forma un trio con il chitarrista Sandro Gibellini ed il pianista Paolo Birro che vince il premio Barga Jazz 1992 e che produrrà due CD: Funny Men e The Tender Trap. Nel 1993 incide un disco come solista per l'etichetta Sentemo intitolato Piku che lo vede anche in veste di arrangiatore. Nel 1996 ha costituito il Mauro Negri S.F. Group con il quale ha registrato 3 CDs. Dal 1998 al 2001 Mauro Negri è stato membro fisso nel quartetto del batterista francese Aldo Romano, con il quale ha registrato un CD uscito per l'etichetta Label Bleu intitolato Corners. Per più di 2 anni è stato il primo sax alto-clarinetto della Vienna Art Orchestra. Con questa formazione ha registrato 4 CDs ed è stato in tour realizzando più di 50 concerti mondiali. E’ ospite fisso del quartetto New generation di Enrico Rava, con questa formazione ha all’attivo più di 50 concerti. Attualmente suona con il nuovo quartetto di Aldo Romano con il quale ha registrato 2 CDs. Relativamente all'attività concertistica va ricordato che ha suonato con nomi tra i più rappresentativi del panorama jazzistico mondiale: Kenny Wheeler, Billy Cobham, Albert Mangesldorff, Lee Konitz, Sal Nistico, Tony Scott, Steve Lacy, Paul Jeffrey, Eliot Zigmund, Jimmy Coob, Gato Barbieri, Tommy Turrentine, Manfred Schoof, Kim Klark, Marc Abrahms, Natalie Cole, Enrico Rava, Paolo Fresu, Furio Di Castri, Franco D'Andrea, Enrico Intra, Tullio De Piscopo, Ares Tavolazzi, Enrico Pieranunzi, Franco Cerri, Bebo Ferra. Nel 2007 ha pubblicato il libro “Master Jazz in Jazz edito da BMG Ricordi. Ha partecipato a tour mondiali con artisti del Pop italiano come Eros Ramazzotti e Edoardo Bennato. Per più di 22 puntate televisive è stato il saxofonista di Adriano Celentano. Nel 1992 ha fatto parte della grande orchestra del festival di Sanremo.

Ice on the moon: "Lunare solitudine e delicata bellezza di quello che appare come un frammento di ghiaccio. Pur senza costituire una rigida traccia compositiva, e' questa atmosfera che ho cercato di evocare nella prima parte del mio pezzo, in un linguaggio neoromantico in cui affiora a tratti la serialita'. Segue un tempo di danza che corregge in parte la malinconia dell'inizio. Anche la destinazione strumentale ha determinato il carattere della composizione: il clarinetto, in particolare, possiede un'opaca luminosita' adatta a toni caldi e intensi. A fargli da contraltare il flauto, unico strumento di questo ensemble veramente capace dei freddi colori siderali..." R.S.

Mirrors: Il brano è composto su una struttura ben precisa suddivisa in 4 parti e basata sulla sezione aurea per quel che riguarda diversi aspetti compositivi. Lo stile è atonale e politonale, basato su precise scale "modulanti". Non manca l'aspetto istintivo soprattutto nella terza sezione, di carattere più lirico e meditativo. Nella seconda sezione viene introdotto un tema di Cole Porter, From This Moment On, che svolge una funzione di secondo tema. I due temi vengono ripresi nell'ultima sezione, a "specchio" (da qui il titolo "Mirrors"), spesso incrociandosi. La parte improvvisativa riveste un ruolo importante e dà al pezzo un ulteriore elemento di estemporaneità ed interesse e la ritroviamo in diversi punti del brano: nella seconda, terza e quarta sezione. O. D. B.

Joott: la composizione nasce come omaggio a Cole Porter. In particolare nel brano appaino celati, ma intuibili, alcuni elementi melodici dalla canzone Just one of those things, interpretata da grandissimi cantanti, ma in maniera insuperabile, a mio parere, da Ella Fitzgerlad. Non si tratta di un brano jazzistico (del resto non lo era nemmeno la musica di Porter, in senso stretto), ma alcune caratteristiche ritmiche e melodiche, che sono insite nel mio modo di comporre, si sposano naturalmente con una certa idea di swing e di propulsione ritmica.
Il brano si snoda per circa 10 minuti, senza soluzione di continuità. Accanto al materiale musicale derivato trovano idee nuove e soprattutto nella parte centrale, la scrittura molto articolata e briosa, richiede non poca attenzione agli esecutori.
Il brano si chiude con un lunghissimo canone dove il materiale armonico del brano di Porter ricompare, ma completamente sfigurato, quasi ombra di se stesso, impalpabile. (M.P.)

May in Paris, nasce dal materiale melodico di April in Paris, memorabile nell’interpretazione di Frank Sinatra, standard fra i più visitati nella storia del jazz. Questo materiale melodico viene piegato nella mia fantasia da vari procedimenti armonici. L’ascoltatore esperto riconoscerà certe orchestrazoni stravinskiane (Concerto in Re) e soprattutto l’ironica armonizzazione del tema con il celebre Tristan Akkord wagneriano. (E. G.)