Meridie

Musica

Il filo conduttore dell’evento-spettacolo è il rapporto tra la creatività contemporanea e le radici della tradizione artistica in una continua rimessa in gioco della memoria del Classico. L’attualità del Classico è dimostrata dal vivo interagire del fenomeno postmoderno e delle recenti esperienze artistiche ricollegabili all’area del Concettualismo. Dell’accadere di questo grande movimento della modernità e della postmodernità, le arti, il design, l’architettura, la musica e la poesia ci hanno lasciato un’ulteriore traccia e conferma.Va aggiunto che l’attualità è dominata dal “disincanto” e noi tutti viviamo la “morte” dell’arte (almeno da Hegel in poi), poiché essa storicamente è dentro di noi, come negazione della verità. Anche la perdita di senso in atto irrompe nell’arte con il disordine caotico della vita accidentale. Dimentichi
ormai dell’esperienza espressiva originaria, gli interpreti della nuova arte sono destinati a sperimentare il ricominciamento di una illimitata disponibilità “poietica”.
Da un punto di vista strettamente pedagogico, il progetto “Meridie: idea del Classico” è un nuovo cammino della didattica. Attraverso la sperimentazione di forme innovative, il percorso tende a recuperare l’antico rapporto tra maestro e allievo, fondato sul principio dell’attiva collaborazione e della ricerca interattiva da cui trae fondamento l’esperienza del “poiein”, del fare artistico. Maestri ed allievi sono dunque chiamati a confrontarsi sul rapporto storiatradizione, su quei fondamenti che pone la questione del pensare l’arte (nella modalità di un inventario illimitato di forme già date). L’oggetto di indagine è pertanto il fenomeno dell’attualizzazione del Classico, sebbene in esso sia immanente la misura della “distanza” (dalle figure ideali evocate, dall’unitaria relazione tra ideale e reale). Paradossalmente la “distanza” è la componente essenziale del movimento creativo. Da questa nuova dimensione dell’arte contemporanea nasce “Meridie”, luogo privilegiato del “pensiero meridiano”, in cui l’avventura estetica instaura l’incontro dell’ “altro da sé”. L’“altro da sé” (ciò che noi non siamo) è rappresentato dai referenti storici della classicità e, nel contempo, l’“altro da sé” è ciò che noi potremo essere. È chiaro che la forza di questo pensiero ha l’intrinseca capacità di trasformare l’esperienza estetica in un “altrove”. Potremmo dire che, con le dominanti dell’ “altrove”, dell’ “altro”, nella veste dello scambio tra identità ed alterità, il linguaggio dell’arte ha dentro di sé il germe di una dirompente trasformazione, il cui esito è ancora in cammino.
Abito di trasfigurazione è dunque lo spettacolo “Meridie”. E allora la parola poetica si muove libera senza ostacoli, poiché la poesia rappresenta esteticamente il mondo mitico degli dei, ma nel contempo lo supera per poter attingere alla misura del “passaggio”, della “trasformazione”, ovvero alle proprie autorivelazioni. Così la danza, ponendo la propria vivente corporeità, trova il suo sbocco di trasfigurazioni e costruzioni attraverso l’inveramento della tensione interna della poesia, cioè diventa la rappresentazione di una metafora radicale della forma linguistica delle parole e dei concetti. Anche il canto e la musica trasferiscono il linguaggio in una correlazione della parola, dalla quale tuttavia prende forma un ulteriore processo di creazione di senso. Esso, infatti, è germoglio diverso del medesimo atto creativo e dà luogo a nuovi punti focali di significatività.

Radicalmente “altrove” è l’esperienza della videoarte. Esperienza di partenza della poesia, essa si esplica in un elemento estraneo, decontestualizzante. Questo trasferimentotraduzione caratterizza, più in generale, labili tracce della metafora strappandole dal contesto globale dell’esperienza di partenza. In questo contesto la logica liberatoria dell’artista non si compie per il fatto che abbia gettato via la parola, ma piuttosto per il fatto che metta in scena un gesto decontestualizzante, che è alla radice di ogni opera d’arte contemporanea. Ciò non significa che l’originaria intenzione espressiva dell’uomo sia perduta, anzi c’è un dominio in cui essa risuona ancora con la sua straordinaria capacità evocativa. Tale dominio è l’arte e la poesia.

E S E C U T O R I
Barbara Kostner Flauto
Tommaso Quaglioni Oboe e Corno inglese
Stefano Anzoletti Clarinetto
Francesca Sacco Fagotto
Federico Scarfì Sassofono contralto
Roberto Garniga Corno
Alessandro Bianchini Percussioni
Mauro Brusaferri Percussioni
Lorena Coser Arpa
Marco Rinaudo Pianoforte
Laura Crescini Voce
Paola Fumana Voce
Juliana Ospina Voce
Victor Hugo Lozano Violino
Andrea Marmolejo Ortiz Violino
Gianluca Zanolli Violino
Miriam Canestrini Viola e violino
Alberto Mihelcic Violoncello
Antonio Casagrande Contrabbasso
Irene Fornasa Contrabbasso
Valentina Massetti Contrabbasso

D A N Z A T R I C I
Sonia Cristofaro Corinna Furlani Eleonora Maistri Annalisa Manara
Linda Mariotti Claudia Nordino Laura Tomasi Aurora Weber

V O C I - R E C I T A N T I
Gaetano Liberti, Raffaella Delladio, Clara Conci

V I D E O A R T E
“Noi” video diretto da Fasoli m&m con la partecipazione di: David Angeli, Nicola Bolfelli,
Elisa Holler, Federica Amato, Letizia Volta,
Raffaella Delladio, Monica Apostoli,
Silvia Franceschini, Alessandra Predelli


organizzazione: Istituto di Istruzione delle Arti A. Vittoria F.A. Bonporti Di Trento, Conservatorio di Musica di Trento Francesco Antonio Bonporti, Comune di Trento Assessorato Istruzione e Politiche Giovanili, Comprensorio Valle Dell’Adige, Consorzio dei Comuni della Provincia di Trento B.I.M. dell’Adige