Michela Zucca e il calendario popolare
Proseguono le conferenze con l'antropologa Michela Zucca, organizzate dall'assessorato all'ecologia del Comune di Dro, con un appuntamento dedicato al calendario della tradizione popolare.
Il 16 novembre alle 20.30 presso il Centro Culturale di Dro, la dottoressa Zucca parlerà del calendario tradizionale e delle stagioni in agricoltura, ovvero di quando la festa rivestiva un ruolo centrale nella vita delle genti alpini e ne scandiva il tempo.
"Nell'antichità i contadini di tutt'Europa usavano accendere dei falò in luoghi molto visibili - ci spiega infatti l'antropologa - si trattava delle feste del fuoco, di cui troviamo traccia nel Medioevo ma la cui origine si perde nella notte dei tempi. L'abitudine di fare dei falò, saltare sui tizzoni ardenti e condurre il bestiame fra le fiamme, o attorno ad esse, sembra essere stata praticamente universale sul Vecchio Continente; e lo stesso vale per le processioni e le gare di corsa con le torce accese nei campi, nei frutteti, nei pascoli, nelle stalle e sulle cime delle montagne". Il fuoco in sostanza era visto come un mezzo per far prosperare campi, uomini e bestie.
"I tentativi di repressione di queste cerimonie ci misero secoli per ottenere un qualche risultato, specie in quelle zone di montagna che, come le Alpi o i Pirenei, avevano potuto godere dei vantaggi dell'isolamento rispetto ai centri di potere clericale - prosegue Michela Zucca - Sulle Alpi, per esempio, l'usanza di accendere i fuochi non è mai stata debellata in maniera totale, basti pensare alle notti di Ferragosto sugli alpeggi lombardi. In questi ultimi anni, su tutto l'arco alpino, è poi ripresa l'abitudine di riaccendere quegli antichi falò, la seconda domenica di agosto".
Le stagioni in cui più comunemente si accendevano i falò erano la primavera o la mezza estate ma, in alcune località, si possono trovare anche in occasione delle feste dei Morti e di Ognissanti, di Natale, dell'Epifania: "Si innalzavano le pire di purificazione, o di supplica agli dei per molti motivi - aggiunge Zucca - anche per combattere calamità o pestilenze, sciagure e carestie e in casi di epidemia o improvvisa moria del bestiame".
Ma oltre ai riti del fuoco erano davvero innumerevoli le feste popolari e religiose che accompagnavano i cicli dell'anno, a compensare la pena del lavoro, e a celebrarne la fine, senza considerare i giochi e le gare sportive che segnavano l'antico calendario popolare.
organizzazione: Comune di Dro Assessorato all'ecologia