Mie Museo - Per ereditare il futuro
l 2021 è l’anno delle celebrazioni dei 20 anni della nuova sede del Museo Ladino e dei 40 anni della Biblioteca ora dedicata a Padre Frumenzio Ghetta. fa. È un’occasione unica per provare a immaginare un’idea di cultura ladina fatta di maggiore condivisione e interazione con il territorio, con un programma ricco di attività dedicate a tutti, raccolte in modo più ampio sotto la promessa dichiarata “mia majon, mia storia, mia parlèda” .
La mostra «Mie Museo. Arpejon per l davegnir / Per ereditare il futuro» è la prima esposizione dedicata al lavoro di ricerca e raccolta svolto negli anni per la salvaguardia della cultura ladina; un lavoro comunitario segnato da date e volti di persone che hanno voluto lasciare alle nuove generazioni un tesoro di inestimabile valore. Una mostra sviluppata su una linea temporale dove passato, presente e futuro diventano espressione nitida di quello che è stato, che è e che sarà il Museo Ladino di Fassa. Oggetti, immagini, oralità e tradizioni concorrono alla creazione di un’identità che merita d’essere ricordata e soprattutto tramandata. È nostro dovere conservare questo patrimonio affinché arrivi alle generazioni future e custodirlo significa anche ri-scoprirlo alla luce della vita contemporanea. Attraverso le testimonianze del passato riceviamo informazioni e valori che ci aiutano a vivere il presente e che ci permettono di indirizzare il futuro.
La missionedel Museo Ladino è e vuole essere quella di fornire a tutti, locali e non, le chiavi di lettura per comprendere la storia, l’etnogenesi dei Ladini di Fassa, per innescare uno scambio tra generazioni differenti, senza però precludere spazi al futuro, anzi fungendo da punto di riflessione e di slancio per nuovi modi di intendere la propria identità culturale.
La mostra è un ponte con il passato per far capire come molte persone abbiano saputo raccogliere un vero e proprio patrimonio culturale, attraverso idee e scelte che si sono rivelate lungimiranti. Lungo il percorso la storia del Museo viene ricordata attraverso i volti delle persone che vi hanno contribuito, concentrando l’attenzione su alcuni tra i più interessanti oggetti che hanno visto la gente comune diventare protagonista del museo attraverso prestiti e donazioni, fin dall’avvio delle raccolte etnografiche. Strutturata in un percorso lineare e tematico al tempo stesso, la mostra culminerà con un mosaico di volti e voci che racconta cosa significhi sentirsi ladini oggi e attraverso un’installazione dedicata alla percezione del museo e alle aspettative per il futuro, a cui tutti sono chiamati a collaborare attivamente.
Una conclusione aperta, in linea con la campagna celebrativa “mia majon, mia storia, mia parlèda” perché l’Istituto Culturale Ladino continui a perseguire con rispetto e dedizione il prezioso compito di salvaguardia ma, al tempo stesso, si avvicini ancor più alla popolazione per fare in modo che ognuno possa considerare propria, MIA appunto, la realtà che esso rappresenta.