Miriam Toews all’Arcadia

MIRIAM TOEWS PRESENTA “DONNE CHE PARLANO”
Interprete Silvia Turato

Un’autrice eccezionale presenta un libro che ha fatto molto discutere, suscitando reazioni fortissime nel popolo dei lettori. “Donne che parlano” ha questo pregio : quello di aver acceso un forte dibattito intorno ad un romanzo, come forse solo “L’educazione” di Sara Westover è riuscito a fare nel corso dell’ultimo anno.

“Donne che parlano” di Miriam Toews è un’opera d’arte impeccabile e feroce. Non ho ancora letto un’accusa più aspra della violenza patriarcale, o un più illuminante tentativo di comprendere gli aspetti più vitali dell’esperienza umana. È il tipo di romanzo che ti cambia dice Laura van den Berg.

“Donne che parlano”, il nuovo romanzo di Miriam Toews, ha colpito critica, lettori, librai per la forza della storia raccontata e la potenza della sua scrittura.

Il romanzo parte da un fatto avvenuto pochi anni fa in una comunità mennonita dove centotrenta donne sono state narcotizzate e stuprate nel sonno. I colpevoli erano membri della comunità. Come si reagisce a una simile violenza? L’autrice di questo libro, unico e potente, non indulge mai sulla violenza accaduta, ma si serve di quanto accaduto per riflettere sul ruolo ( e la forza ) della donna società contemporanee. L’ autrice canadese, cresciuta in una comunità mennonita che ha poi abbandonato, immagina un gruppo di donne riunite in un fienile di nascosto per decidere che cosa fare. Unico testimone, un uomo chiamato a trascrivere parola per parola. Voce narrante di questo complesso e bellissimo percorso verso l’autodeterminazione. Nelle comunità mennonite si rifiuta l’uso dell’energia elettrica e le donne non vanno a scuola e non sanno leggere. Sanno parlare soltanto plautdietsch, detto anche basso tedesco, una lingua orale risalente al medioevo, un guazzabuglio di tedesco, olandese, pomerano e frisone. Non arriva loro nessuna comunicazione dall’esterno: televisione, radio, giornali, internet.