Missa Salisburgensis

Musica

Orazio Benevoli (1605-1672)
Heinrich I.F. von Biber (1644-1704)
Esecutori: La Stagione Armonica di Padova

Il manoscritto originale della Festmesse (Missa Salisburgensis secondo la dizione di Laurence Feininger), conservato presso il Museo del Duomo di Salisburgo, misura 80 x 57 cm ed è la più grande partitura del mondo per l’epoca antica e classica. A tali singolari dimensioni corrispondono non solo l’organico - suddiviso in due ensemble vocali accompagnati rispettivamente da due violini e quattro viole, e quattro insiemi strumentali, oboi e flauti a becco, cornetti con tromboni, due gruppi di trombe e timpani - ma lo stile della partitura, autentico esempio del gusto barocco per la grandiosità.
Destinata alla cattedrale di Salisburgo, roccaforte del cattolicesimo al confine con l’area protestante, questa messa doveva simboleggiare il potere della Chiesa esibendo, un monumentalismo assoluto, specchio di un cattolicesimo universale.
L’intenzione“propagandistica” apparteneva anche all’architettura imponente della basilica, dotata al suo interno di quattro balconate oltre alle consuete cantorie, - ideali per la disposizione spaziale dei musicisti - ispirative per procedimenti effettistici di tipo policorale sul modello veneziano. Se dunque la predilezione per gli effetti sonori, gli scambi fra i gruppi vocali e strumentali, provengono da San Marco, la lussureggiante polifonia corale rimanda alla scuola romana a completamento di riferimenti musicali, che consigliarono l’attribuzione della messa - il manoscritto non porta firma - ad Orazio Benevoli (1605-1672), e ne collocarono la destinazione alla consacrazione della basilica salisburghese il 24 settembre 1628. Attribuzione e datazione oggi discusse dalla moderna musicologia più propensa a considerare quale autore Heinrich Ignaz Franz Biber (1644-1704) e quale occasione la celebrazione del millecentesimo anniversario della diocesi di Salisburgo nel 1682.
La messa si articola nelle consuete parti dell’Ordinarium, concludendosi quindi con un magniloquente inno (Plaudyte tympana), forte di celebrative trombe e timpani, il cui testo “politico” esalta la città di Salisburgo. Ma il tono trionfalistico avvolge tutta la partitura, compresi i momenti più tradizionalmente intimi (il Kyrie e l’Agnus Dei) raggiungendo l’apice nel Sanctus, quando, dopo il clima raccolto ottenuto con l’uso degli archi, il “benedictus qui venit” esplode con una sorprendente fanfara di fiati, metafora evidente di un potere non solo spirituale affidato da Dio all’arcivescovo, principe di Salisburgo.

La Stagione Armonica viene fondata nel 1991 dai madrigalisti del Centro di Musica Antica di Padova. In seguito l’ensemble si è specializzato nel repertorio rinascimentale e barocco, lavorando con musicisti quali Anthony Rooley, Jordi Savall, Gustav Leonhardt e gruppi strumentali fra cui “Hesperion XX”, “I Sonatori della Gioiosa Marca”, “Il Giardino Armonico”. Ha partecipato ai più importanti festival e rassegne in Italia e all’estero (Musica e Poesia a San Maurizio a Milano, Settembre Musica a Torino, Festival Abbaye d’Ambronnay, York Early Music Festival). Ha registrato per la RAI e le radio e televisioni tedesca, svizzera, francese, belga; ha inciso per Astrée, Tactus, Denon, Argo-Decca e Symphonia. La Stagione Armonica propone un repertorio strumentale con utilizzo di strumenti originali, come da prassi almeno fino a Mozart. Oltre che del proprio gruppo vocale, La Stagione Armonica si avvale della collaborazione di cantanti solisti e strumentisti fra i più rinomati specialisti del repertorio barocco.

Sergio Balestracci, nato a Torino nel 1944, ha studiato flauto diritto con Edgar Hunt diplomandosi al Trinity College of Music di Londra. Laureatosi in storia moderna all’Università di Torino, ha iniziato un’attività concertistica, come strumentista e vocalista, nel campo della musica rinascimentale e barocca, contribuendo fra i primi in Italia alla riscoperta di quel repertorio. Direttore dell’Accademia Fontegara di Torino, sin dalla sua fondazione nel 1971, ha diretto l’Orchestra dell’Università di Padova e l’European Baroque Ensemble. Fondatore dell’accademia del Flauto dolce di Torino, ha curato la revisione di diverse composizioni sei-settecentesche in prima esecuzione moderna. E’ docente di flauto dolce al Conservatorio “C. Pollini” di Padova. Dal 1996 collabora stabilmente con La Stagione Armonica di Padova, della quale è direttore principale e artistico dal 1997.


organizzazione: PAT Servizio Attività Culturali