Molti modi di essere uniche

Convegno

Dedicato alla donna

Presentazione del libro “Molti modi di essere uniche” dai laboratori “Re-inventare l’età matura” e promozione del nuovo laboratorio di scrittura autobiografica “In salute e in malattia. scrivere il linguaggio del corpo”

a cura dell’Associazione “Mnemoteca del Basso Sarca”

Centoventisei donne di dieci città italiane (tra cui Arco) hanno narrato, attraverso la loro scrittura, il loro personale e collettivo re-inventare l’età matura dopo che negli anni giovanili hanno vissuto le conquiste del femminismo, mettendo in discussione ruoli, funzioni, stili di vita, poteri. Il libro «Molti modi di essere uniche. Percorsi di scrittura di sé per re-inventare l’età matura», a cura di Barbara Mapelli, Lucia Portis e Susanna Ronconi (Stripes Edizioni, 2012), è nato dal lavoro svolto con il progetto «Re-inventare l’età matura», sostenuto dalla Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari e prossimo a crescere a livello europeo. Un originale percorso sul genere femminile presentato venerdì 23 marzo nell’auditorium di Palazzo dei Panni nell’àmbito di «Dedicato alla donna», il cartellone di eventi organizzato dalla biblioteca civica «Bruno Emmert» e dall'assessorato alla cultura del Comune di Arco per l'occasione della Giornata internazionale della Donna. La presentazione è a cura dell’associazione Mnemoteca del Basso Sarca; presenti la presidente Beatrice Carmellini e le cinque donne arcensi che hanno partecipato al progetto, che leggono brani delle loro testimonianze. A seguire la promozione del nuovo laboratorio di scrittura autobiografica «In salute e in malattia. Scrivere il linguaggio del corpo». S’inizia alle ore 20.30, l’ingresso è libero. Informazioni presso la biblioteca civica Bruno Emmert, tel. 0464 583652 o 516115; email biblioteca@comune.arco.tn.it.

Frammenti di storie che compongono un quadro nel quale queste donne si interrogano sulla loro vita femminile in relazione ai generi, alle generazioni, alle istituzioni, alla famiglia e ad una società in cui sentono di dover ancora dare e con cui confrontarsi. Sono donne, insomma, consapevoli del loro cammino e delle loro possibilità di contribuire ancora oggi ad una trasformazione di un mondo che, quanto alla definizione di una sana relazione tra generi, mostra elementi – per così dire – di pesante inospitalità.