Montagne in guerra

Uomini, scienza, natura sul fronte dolomitico 1915-1918

Mostra
[ Muse]

C’è un paradosso nell’ambiente in tempo di guerra: la natura è tanto onnipresente quanto invisibile. In ogni carta topografica, in ogni foto, disegno, schizzo essa è il muto scenario che ospita le vicende umane. Dal 1915 al 1918, i protagonisti della Grande Guerra, per tutti, sono stati altri: uomini, macchine e animali che per quattro lunghi anni sono vissuti sulle montagne del fronte alpino trasformandole, inconsapevolmente, in ciò che oggi conosciamo. È davvero cosi?

Da venerdì 24 giugno, al Museo Geologico delle Dolomiti a Predazzo, la mostra MONTAGNE IN GUERRA affronta gli eventi legati al primo conflitto mondiale da una prospettiva inconsueta, ossia ponendo in primo piano la natura, la forma delle montagne e il modo in cui l’uomo se ne è servito per la costruzione di un vasto teatro comune, il legame con l’alpe che trascende i luoghi e usa i segni della guerra per generare, nel tempo, un patrimonio collettivo. L’inaugurazione, alle 17.00, segna l’inizio delle attività estive al Museo dove, fino a settembre, verranno proposte attività, laboratori, conferenze ed escursioni alla scoperta della geologia del territorio. 

 

L’esposizione si articola in cinque sezioni tematiche che affrontano le Dolomiti come teatro naturale del conflitto, il riadattamento di scienza e tecnologia alla pragmaticità delle esigenze belliche, la militarizzazione del paesaggio, i danni causati all’ambiente montano dall’utilizzo di artiglieria pesante e le tracce lasciate dal conflitto, oggi documento di una vicenda tra le più drammatiche storia.

Il Teatro Naturale

Le regioni alpine furono occupate e gestite da popoli di diversa provenienza. La crescita demografica spinse gli abitanti a dissodare boschi sempre più ripidi o più in quota per ricavarne campi e prati: il paesaggio naturale si trasformò poco a poco in un paesaggio forgiato dalle attività umane.

Eppure prima del conflitto la montagna era quasi vuota. Poche strade e ferrovie attraversavano un territorio dotato di infiniti sentieri. Italiano, tedesco, ladino e moltissimi dialetti risuonavano nelle vallate dolomitiche dove era davvero scarsa la percezione di essere parte di un unico grande impero.

La Montagna Studiata

Nel 1915 la Grande Guerra raggiunse uno dei campi di combattimento più estremi: le cime delle montagne. Mai la guerra era stata combattuta in un ambiente così severo, dove la conformazione topografica rendeva impossibili gli attacchi diretti e le condizioni climatiche rappresentavano talora un ostacolo insormontabile. La geografia, la geologia, il clima, le caratteristiche fisiche di questi ambienti rappresentarono un vincolo fondamentale nello sviluppo di strumenti e strategie. Il primo conflitto mondiale costrinse il mondo scientifico allo sforzo di riadattare la scienza pura alla pragmaticità delle esigenze belliche. Ma se la scienza pervase la guerra, la guerra trasformò in modo importante il mondo della scienza. La “mobilitazione scientifica” accelerò e favorì importanti sviluppi dal punto di vista organizzativo, con conseguenze di lunghissimo periodo.

La Montagna Addomesticata

La Prima Guerra mondiale comportò una profonda e diffusa “militarizzazione del paesaggio” iniziata già negli anni precedenti. Esso scardinò totalmente i modi che le popolazioni locali avevano fino a quel tempo adottato nell’uso dei loro pascoli e boschi. Negli anni immediatamente precedenti il conflitto e nei quattro anni di guerra la costruzione di mulattiere, strade, postazioni di tiro, forti corazzati, baraccamenti, acquedotti e teleferiche intaccò in modo invasivo pendici mai toccate prima dalla presenza dell’uomo e trasformò in modo radicale e permanente i panorami di molte aree dolomitiche.

La Montagna Ferita

La guerra totale ebbe un impatto devastante sulle terre dove si combatté. I danni più evidenti furono causati dall’uso degli esplosivi e della nuova, potentissima artiglieria pesante, capace di generare crateri, dissesti e frane, di staccare enormi blocchi di pietra cambiando per sempre la configurazione fisica di creste e colline.

La Montagna che Ricorda

Il “paesaggio di guerra” è stato in gran parte riassorbito dal lavoro di generazioni e dal tempo. Oggi il nostro sguardo ne può cogliere le tracce soprattutto negli ambienti di montagna (dove gli avvallamenti segnalano ancora solchi di trincee e di esplosioni) e nei resti di fortificazioni che la sensibilità pubblica conserva come documento di una vicenda tra le più drammatiche della sua storia.

Costi

Tariffe di ingresso

Biglietto intero: € 3,50

Biglietto ridotto: € 2,50

Biglietto famiglia: € 3,50 / 7,00 (1 o 2 genitori con figli di età max 18 anni)

Gratuito con Trentino&FiemmE-Motion Guest Card

Il biglietto intero consente l’ingresso a tariffa ridotta al MUSE.


organizzazione: MUSE, Museo delle Scienze di Trento, Fondazione Dolomiti Dolomiten Dolomites Dolomitis UNESCO - Rete del Patrimonio Geologico (Provincia autonoma di Trento), Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.