Muri
rassegna fotografica di Luca Chistè e Michele Vettorazzi
Avrà luogo presso le splendide e prestigiose sale del Forte di Nago, dal 23 maggio al 6 giugno (inaugurazione domenica 23 maggio ad ore 18.00 con la presenza degli autori e della curatrice), la rassegna Muri di Luca Chistè e Michele Vettorazzi.
Il progetto espositivo, programmato nellambito delle attività espositive 2010 previste per il forte di Nago, è reso possibile grazie allentusiasmo e alle capacità organizzative del Gruppo Il Fotogramma di Nago e al Comune di Nago-Torbole, patrocinatore delliniziativa. "Muri, è un progetto di indagine fotografica che Luca Chistè e Michele Vettorazzi hanno monograficamente sviluppato su alcune zone urbane della città di Trento.
Questo progetto, concepito inizialmente come parallel event nellambito della Biennale Europea di Arte Contemporanea - Manifesta7, è stato impiegato allinterno di un ampio tessuto progettuale di tipo socio-etnografico dal titolo: Città al Muro. Progetto che, realizzato in collaborazione con la facoltà di Sociologia di Trento, è stato curato da Andrea Mubi Brighenti, Eva Lavinia Maffei e Francesca Quadrelli.
Città al Muro, quindi, nasce originariamente dentro le griglie della rete urbana come comunicazione e ricerca tra sociologici, artisti, fotografi, architetti e flâneurs. I livelli di analisi e i diversi linguaggi si sono intrecciati, sovrapposti, attorcigliati sino a tessere un ricco e variopinto quadro del nostro sentire in relazione al muro come presenza nella vita delle città.
Le opere fotografiche "Muri, concepite con una loro precisa autonomia espressiva e metodologica, sono realizzate per fermare il tempo che scorre sulle pareti della città di Trento (considerata dagli autori una realtà prototipica di altri più complessi e variegati contesti urbani) per rendere evidenti i segni di una comunicazione quotidiana talvolta effimera, marginale, spesso in contrasto con il tutto, che trova il suo supporto ideale nel muro pubblico, privato, antico o moderno che sia e come se, nella relazione con le persone, esso diventasse a tratti proprietà di tutti e di nessuno e, inevitabilmente, capace di registrare il vissuto e conservarne le tracce più recondite.
Ed ecco che dietro le screpolature per le intemperie, riusciamo ad individuare il messaggio, come uno stato danimo rimasto impresso nella calce; la materia dei muri (talvolta sgretolantesi, talvolta segnata dai graffiti o dalle ferite della città), grazie alla iperdefinizione delle immagini, diviene stimolo per unesperienza di avvicinamento sensoriale e tattile
A vederli, questi muri, stampati con un disegno di textures superficiale così dettagliato, viene voglia (cosa ovviamente proibita
) di toccarli
Laspetto del paesaggio urbano è in continua trasformazione e le immagini rimandano allattenzione del visitatore che, ormai metabolizzato alla visione delle superfici murarie, non è più in grado di cogliere le suggestioni che esse emanano.
I muri, epidermide sempre più stratificata, multicolore e multietnica di una città, sono il luogo delleffimero per eccellenza, dove tutto nasce e dove tutto, attraverso un ineluttabile decomponimento, finisce col morire. Sono anche in questa direzione le chiavi simboliche e quelle metaforiche (rispetto al divenire dellesistenza umana) con cui interpretare, per buona parte, il lavoro di Chistè e Vettorazzi.
I muri, inoltre, sono il segno forse più evidente del mutamento urbano e, correlato ad esso, del mutamento sociale. Grazie al loro incessante costruirsi, ricostruirsi e modificarsi ed al modo in cui essi sono realizzati e, ancor più, utilizzati, sono testimoni privilegiati, prima di ogni altra cosa, dellaspetto sociale di una città e della percezione con cui i suoi visitatori o gli abitanti se la raffigurano nel loro immaginario individuale e collettivo.
Occorre segnalare che questo lavoro è doppiamente connotato dal diverso approccio stilistico utilizzato (bianco/nero per Chistè e colore per Vettorazzi). Le immagini, frutto di una ricerca condotta dagli autori nellarco di più anni (anche se il lavoro prosegue nel tempo con il costante monitoraggio sulla vita di alcuni muri della città di Trento), sono state realizzate tutte con equipaggiamenti in grande e medio formato (4x5/10x12 cm e 6x7 cm) e le stampe, ricavate con limpiego del sistema c.d. Ibrido (digitalizzazione del negativo e post-produzione in camera chiara) sono state stampate, anchesse in grande formato (60x80 cm), sulla prestigiosa carta Hahnemühle fine-art. Una scelta, questa, dettata dalla volontà, come si è detto, di garantire quellelevata qualità di dettaglio alle textures murarie che le spinge ad essere, aldilà di ciò che appare, come entità vive e comunicanti.
Contatti:
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organizzazione: Comune di Nago-Torbole