NO TALIAGN NO TUDËSC - NÉ ITALIANI NÉ TEDESCHI
Origine e formazione dell’identità ladina tra Otto e Novecento di Alessandro Margoni
La Majon di Fascegn presenta una originale pubblicazione scientifica che propone una nuova descrizione sulla nascita e sullo sviluppo dell’identità ladina. Un tema attuale e tutto da scoprire attraverso un dialogo coinvolgente fra l’autore Alessandro Margoni e lo storico Cesare Bernard.
Sabato 4 febbraio, alle ore 17.30, presso la Sala Heilmann del Museo Ladino di Fassa, l’Istituto Culturale Ladino presenterà un’opera dai contenuti inediti dello storico fassano Alessandro Margoni. Il volume - dal titolo NO TAGLIAGN NO TUDËSC - NÉ ITALIANI NÉ TEDESCHI - Origine e formazione dell’identità ladina tra Otto e Novecento - nasce dalla rielaborazione della tesi di dottorato redatta dall’autore presso l’Università di Innsbruck, ed è frutto di una lunga
ricerca che ricostruisce le origini storico-politiche che hanno portato alla definizione del popolo ladino-dolomitico.
Un libro ricco di contenuti e di documenti inediti che ripercorrono con attento rigore scientifico il percorso di formazione identitaria dei ladini dolomitici tra Otto e Novecento, in un intreccio di argomentazioni storiche e sociali che invitano il lettore all’approfondimento e alla riflessione. 423 pagine che collocano la comunità ladina in un contesto etnico-linguistico che si confronta con la storia tirolese, austriaca ed europea.
L’opera permette di comprendere le dinamiche che fanno del percorso della piccola comunità linguistica ladina un unicum nel panorama storico di quei tempi. In questo contesto la Val di Fassa ricopre una posizione specifica
e quanto mai centrale.
Presso il Museo Ladino, custode primo della ladinità, l’autore presenterà la sua opera, dialogando con lo storico fassano Cesare Bernard e offrendo al pubblico l’opportunità di ripercorrere le tappe di questa etno-genesi, fondamentale per comprendere appieno la realtà ladina attuale.
SCHEDA DEL LIBRO
In un Impero multietnico come quello austro-ungarico contrassegnato da numerose “questioni nazionali”, le popolazioni ladine delle Dolomiti, tutte comprese entro i confini centro-orientali del Tirolo asburgico, si ritrovavano strette fra due grandi culture: l’italiana che premeva da sud e la tedesca da nord.
A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento, alcuni lavori scientifici avevano portato alla luce l’individualità e l’indipendenza degli idiomi utilizzati dalle popolazioni dolomitiche in seno alla famiglia delle lingue romanze, fornendo pertanto le argomentazioni per reclamare l’esistenza di una autonoma identità. Inoltre, la parità di diritti garantiti dalla Riforma Costituzionale (1867) a tutti i gruppi linguistici, i conflitti politici a cavallo tra Otto e Novecento tra la componente austro-italiana e austro-tedesca della provincia e i più che promettenti esordi del turismo alpino nelle Dolomiti, avevano offerto lo spazio politico per “immaginare” l’esistenza della “nazione ladina” in Austria.
La richiesta di aggregazione del Giudizio di Fassa - unica valle ladina compresa nella parte italiana della Contea - al Tirolo tedesco trasforma la comunità ladina in una delle numerose “frontiere linguistiche” della monarchia. Ė qui che le differenti associazioni di difesa nazionale entrano in concorrenza tra loro per definire i rispettivi spazi all’interno dello Stato plurilingue.
La nuova narrazione dell’entità romanzo-alpina creata dalla “questione fassana” imporrà all’élite ladina i modi e i tempi per definire, codificare e divulgare l’esistenza della terza identità del Tirolo: prima grazie all’associazione di difesa nazionale tirolese tedesca e ladina, il Tiroler Volksbund, successivamente attraverso l’autonoma Union dei Ladins.
Una ricerca che non riveste però un interesse solo locale ma tocca anche questioni profondamente connesse a un fenomeno cruciale nella storia europea tra Otto e Novecento: lo sviluppo di coscienze nazionali e la crescente competizione insorta tra comunità etno-linguistiche che per secoli avevano convissuto pacificamene all’interno di compagini statali plurinazionali.
La pubblicazione del libro è stata resa possibile grazie alla collaborazione della Fondazione Museo Storico del Trentino e al contributo finanziario della Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, e va ad arricchire il prezioso panorama editoriale della Majon di Fascegn dedicato alla storia ladina.
Sarà un momento per riflettere sull’impegno pluridecennale teso a dare dignità e sostanza alle rivendicazioni identitarie della comunità ladina e fassana, ma anche e soprattutto per sviluppare nuove idee sulle prospettive future.