Nati in casa
Di Giuliana Musso e Massimo Somaglino
Si nasceva in casa, una volta. Nei paesi c'era una donna che faceva partorire le donne. La "comare", la chiamavano, era la levatrice, l'ostetrica. "Nati in casa" racconta la storia di donne che furono levatrici in un nord-est italiano ancora rurale e tratta dell’evento più straordinario e al contempo meno narrato della nostra storia: il parto. Espulso dalla tradizione della trasmissione orale e scritta, il racconto del parto si è ritrovato relegato a una narrazione femminile intima, quasi segreta, mai pubblica. "Nati in casa" riconduce il racconto del parto nello spazio epico della narrazione teatrale popolando la dimensione pubblica per eccellenza, il palcoscenico, di figure femminili con grandi pance, di donne che assistono altre donne che da sempre scaraventano l’umanità alla luce.
La narrazione però non ha potuto fermarsi laggiù dove le ostetriche pedalavano nella notte e le famiglie erano piene di bambini: ha incontrato anche le ostetriche ospedaliere di oggi, che hanno sul collo il fiato di medici e primari, che accolgono puerpere sempre più terrorizzate dal parto e toccano con mano i paradossi della medicina difensiva. L’Italia oggi è un paese con un tasso di medicalizzazione del parto tra i più alti del mondo. Ed è proprio l’oggi la porta d’ingresso che viene spalancata davanti in un prologo che toglie il fiato dalle risate e dall’imbarazzo, tanto è sottile la linea di demarcazione tra tragedia e commedia, oggi.
In un semplice susseguirsi di risa e lacrime, "Nati in casa" ricorda che il corpo delle donne è potente, che partorire non è una malattia, che i sentimenti sono forme di intelligenza, e che ogni nascita è anche la nostra.
organizzazione: Produzione La Corte Ospitale