Nel centenario della morte di Ottone Brentari
L'Amministrazione comunale di Castel Ivano, in collaborazione con il Comune di Rossano Veneto (VI), organizza una mostra in occasione del centenario della morte di Ottone Brentari, che si terrà in piazza del Municipio a Castel Ivano dall'8 settembre al 20 novembre 2022.
Brentari nacque nell'ex frazione di Strigno (ora Comune di Castel Ivano), il 4 novembre 1852, da Michele e Elisabetta Negrelli. A Rovereto trascorse, secondo le sue parole, "i più begli anni" della sua vita: gran parte dell'infanzia e dell'adolescenza. Nella cittadina trentina conseguì gli studi medi e si diplomò presso il locale ginnasio nel 1871. Fin da quando era studente aveva fatto stampare poesie e versi d'occasione che gli erano valsi una certa notorietà.
Intraprese gli studi universitari a Innsbruck e Vienna dove ottenne il diploma di insegnamento di letteratura italiana e storia (1876), per poi laurearsi in Lettere a Padova nel 1877. Fu probabilmente durante i suoi trascorsi padovani che conobbe Domenica Fusaro, detta Nina, che sposò nella città del Santo il 28 ottobre 1878. Iniziò a lavorare come insegnante supplente nei ginnasi di Rovereto e Pisino d'Istria per poi, ottenuta la laurea italiana, spostarsi dapprima a Catania (1878-1879) e in seguito a Bassano (1879). Nel ginnasio della cittadina ai piedi del Grappa insegnò fino al 1890, ricoprendo inoltre anche la carica di direttore dal 1882. Iniziò a pubblicare opere storiografiche (riguardanti sia il territorio bassanese che trentino) nonché le prime guide storico-alpine, in seguito note come ''guide Brentari'', in collaborazione con il Club Alpino Italiano e la Società Alpinisti Tridentini di cui era socio.
Nel 1883 ottenne la cittadinanza italiana, concessagli dal Re Umberto I su richiesta dell'allora presidente del Consiglio e Ministro dell'Interno Agostino Depretis. Si trasferì a Milano nel 1893, dove collaborò con il Corriere della Sera del quale, almeno dal 1887, era ''redattore viaggiante''. Conclusa l'esperienza al Corriere nel 1908, fondò la rivista turistico-patriottica "Italia Bella". Attivo irredentista, fu socio e presidente del Circolo trentino di Milano. Nei suoi articoli di giornale, pubblicazioni e attività culturale pubblica, si occupò costantemente della storia e della cultura della sua regione di origine, auspicandone l'unione al Regno d'Italia. Con lo scoppio della Guerra Mondiale fu tra gli animatori della Lega Nazionale e attivo nelle organizzazioni di aiuto dei profughi trentini come la Commissione per l'emigrazione trentina, fondata tra gli altri, da Cesare Battisti. Dopo la fine della Guerra si stabilì a Trento dove diresse per qualche mese il giornale liberale La Libertà. Candidatosi senza successo alle elezioni nazionali del 1921, si ritirò a Rossano Veneto nella casa di proprietà della moglie, dove morì il 16 novembre 1921. La mostra, che si tiene in contemporanea presso Villa Caffo di Rossano Veneto, ha il patrocinio del Comune di Bassano del Grappa, del CAI - Sezione di Bassano del Grappa, Della Fondazione Museo Storico del Trentino della SAT - Società degli alpinisti tridentini.