No-Signal

Teatro

Drodesera > Centrale di Fies 2010

TEATRINO CLANDESTINO
No-Signal
PRIMA NAZIONALE
durata 90 minuti

un progetto di Teatrino Clandestino
diretto da Pietro Babina
collaboratori artistici Gemis Luciani, Fiorenza Menni, Daniela Ceselli
in scena Fedra Boscaro, Mauro Milone, Gemis Luciani, Francesco Vecchi, Pietro Babina
visual concept Pietro Babina, Gemis Luciani
fotografia di Claudia Marini
canzoni Pietro Babina, Alberto Fiori
direzione di compagnia Fiorenza Menni
organizzazione promozione Giorgia Mis, Viviana Vannello
amministrazione Elisa Marchese
direzione tecnica Giovanni Brunetto
scenotecnica Francesca De Gobbi
un ringraziamento speciale Jonny Costantino e Luigi De Angelis
una produzione Teatrino Clandestino, Ministero delle Politiche Giovanili – POGAS Progetto Geco, Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura
in collaborazione con Ert Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno di Comune di Bologna - Assessorato alla Cultura, Provincia di Bologna, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali – Dipartimento per lo Spettacolo
residenza artistica Sì – Via San Vitale Bologna

“Se l'iconoclastia è intesa come un'aggressione collettiva, è perché la sua espressione va oltre il rifiuto temporaneo o definitivo della rappresentazione. L'iconoclastia è lo “stallo”, il corto circuito, la brutale messa in discussione di un immaginario tramite l'abbandono di un'aspettativa insoddisfatta e la denuncia di un'impotenza.”
S.Gruzinsky

Quattro ragazzi, Ka, Muto, Cherubino e Fiamma, entrano in un luogo abbandonato, abitato solo da un televisore. Qui cercano di dare vita e materia al loro immaginario. Sul muro della stanza, creano una grande immagine. La loro visione del mondo?
Sara, una giovane ragazza, per ribellarsi ad un mondo che non sa più tener conto del suo, decide di fare un atto estremo, quello di entrare in un reality show e una volta in trasmissione prendere in ostaggio i partecipanti.
Le due storie trovano punti di connessione sempre più stretti e tutti i personaggi, a loro insaputa si sovrappongono e vivono le stesse vite fino al punto estremo che li vedrà tutti protagonisti del medesimo tragico finale.
Unfair, fantasma retrò, punteggia la drammaturgia con le sue canzoni e il suo sarcasmo