No tu no

Manifestazioni ed eventi

No Non c’è gioco senza regole. E I Giochi del Teatro esplorano quest’anno una realtà di regole violate, di diritti negati, di autorità senza autorevolezza.
E’ anche un gioco di specchi, dove “No tu no” - beffarda negazione senza diritto di replica - diventa il richiamo che coagula un piccolo universo di partecipazione: dai concerti del Primo Maggio a Castel Drena alla mini-rassegna cinematografica di Palazzo Panni, dalla serata dibattito ai diversi spettacoli al Casinò di Arco, fino alla notte conclusiva della Maratona degli Artisti Trentini.
Senza limiti di età, ma anzi esplorando le varie età della fisiologia umana e della storia, la rispettosa giocosità dello spettacolo si fa carico di quelle domande che un presente di violenza e un passato edulcorato dai revisionismi troppo spesso liquidano nella rimozione.
“No tu no” è così la parola d’ordine di quella “Adunata popolare di delirio organizzato” che Paolo Rossi convoca giovedì 8 maggio: una sorta di riunione di condominio, una lotteria senza ricchi premi, dove il signor Rossi estrae a sorte gli articoli della Costituzione. Irriverente nella forma ma tragicamente rispettoso nei contenuti, il talk-show del giullare e dei suoi musicisti risveglia in platea l’indignazione civile per le parole svuotate, riproponendo in chiave contemporanea la sacralità laica del rito teatrale di greca memoria.
Con la memoria gioca impunito il gerarca in mutande di Bebo Storti, il 6 maggio: nei panni di un nostalgico delle “belle imprese” del ventennio fascista, che una storia di alibi non è riuscita a smentire, il protagonista di “Mai morti” rivive qui ed ora il gioco italiano dell’arroganza spacciata per patriottismo, della violenza contrabbandata per eroismo e dedizione alla Patria. In un presente dove non mancano le vittime.
Vittime che si rifugiano nel gioco sono invece i bambini di Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, che in “Romanzo d’infanzia” si confrontano con l’ingrato compito di riallacciare un dialogo slabbrato e distratto dagli imperativi delle apparenze; e le pareti fredde dove rimbalza solo il “no tu no”, si colorano di sogni di fuga.
Dalla musica di Daniele Sepe alle parole senza tempo di Marco Baliani, l’invito alla disobbedienza è un riesame lucido e spietato della realtà e delle sue regole violate. Con la voce dell’arte, che si fa coro contro la guerra nella Maratona degli artisti trentini alla Centrale di Fies.


organizzazione: Cooperativa Il Gaviale - Associazione [Mercurio]