Nove racconti. Trentino e oltre
Venerdì 21 ottobre alle ore 20.30 presso la sala Arturo Rossi della Cassa Rurale di Pergine (via Verdi) Giorgio Jellici presenterà il suo libro "Nove racconti. Trentino e oltre" con prefazione di Mario Rigoni Stern.
ll volume, con racconti minimali e vivaci dialoghi talora in dialetto, rievoca il mondo contadino-alpestre di Pergine e la Moena degli anni 40 e 50 offrendo un affresco su unumanità in simbiosi con lambiente e in pace con se stessa.
La serata, introdotta da Franco Oss Noser, è promossa dalla Cassa Rurale di Pergine e dalla Biblioteca comunale di Pergine.
Entrata libera.
Uno dei libri di racconti più belli ed intensi degli ultimi anni, tale da suscitare l'ammirazione di Mario Rigoni Stern che scrive nella prefazione: "Certi racconti mi hanno emozionato come da tempo non sentivo".
L'autore ha 72 anni (nato a Trento nel 1935, laurea in giurisprudenza, dal 1962 in giro per l'Europa e per il mondo come dirigente di una grande azienda tedesca) e ha curato la mostra su Richard Loewy, "un ebreo a Moena".
Nove racconti di una scrittura misurata eppure innamorata, pudica eppure vera, capace di raccontare la propria terra eppure mai intrisa di retorica nostalgia, ed invece leggera, universale.
La scrittura di Giorgio Jellici respira. È figlia dei boschi e delle montagne e delle valli del Trentino, ma è nutrita dal sole della Provenza (dove l'autore ha messo altre radici) e riflette letture fatte, città attraversate, mostre visitate. Per questo i nove racconti, apparentemente retrò e nostalgici, sono invece di straordinaria modernità. Perché non barattano la drammatica crisi dell'occidente con un passato idilliaco che tale spesso non fu.
In molte pagine scorre il dialetto: non posticcio, non da cartolina. È la lingua che accompagna ninnenanne, scioglilingua, filastrocche. Questi nove racconti di memoria e di natura sono materia viva, incandescente. Ti guardano, come la civetta sul ramo del noce, che dà il titolo ad uno dei racconti e che sta proprio sopra una citazione di Eliot. "In the mountains, there you feel free".
Giorgio Jellici nasce a Trento nel 1935, da madre trentina e padre moenese. Dopo la maturità classica al Prati si laurea in Giurisprudenza a Ferrara. Nel 1962 espatria per "conoscere l'Europa". In Germania entra alla Siemens AG dove, nel corso di una brillante carriera, svolge incarichi di responsabilità in alcuni paesi d'Europa ed in Estremo Oriente. Questi decenni di emigrazione gli permettono fra l'altro di acquistare padronanza di alcune lingue e di avvertire il vuoto lasciato dalla distruzione dell'ebraismo nell'Europa centro-orientale per mano del nazifascismo. Di ciò fa prova il suo recente lavoro di approfondita ricerca storica su "Richard Loewy, un ebreo a Moena" (libro e mostra), un destino emblematico del XX secolo. Nonostante la vita lontano dall'Italia Jellici, come ogni emigrato, mantiene viva la coscienza delle sue radici trentine e ladine. Questi "Nove racconti" sono una dichiarazione d'amore alla sua terra, ai personaggi ed alle diverse parlate. Sono anche un invito a difenderla dagli eccessi distruttivi e dalle amnesie.