Nuove forme del tempo
Mostra di Giovanni Bailoni curata da Mario Cossali
Dalla memoria del legno e del ferro le nuove forme del tempo
La memoria delle cose perdute viene sollecitata creativamente dalla scultura assemblatrice di Giovanni Bailoni. È il tempo stesso che viene ripreso dal ferro e dal legno antichi e corrosi e in questa ripresa si gioca una scommessa inventiva con il presente. Il sentiero è stretto, è facile precipitare nel kitsch, magari nell’inganno e nella seduzione del giocattolo già visto e che non sorprende ( “Il vero segreto del giocattolo futurista è che risulterà utilissimo anche all’adulto perché lo manterrà giovane, festante, disinvolto, pronto a tutto, instancabile, istintivo ed intuitivo”. Ecco la sintesi che fa al nostro caso di un brano significativo di Fortunato Depero, tratto dal manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo del 1915, ed ecco dunque l’impostazione giocosa e divertita, piena di disincanto costruttivo teso ad una nuova espressività.), ci vuole un surplus di fantasia ludica e un senso della forma che non si arrende davanti alla più facile delle soluzioni.
Giovanni Bailoni si è via via dimostrato ben consapevole di tutti questi rischi e ha così accentuato per alcune delle sue opere le dimensioni sia in termini di volume che in termini di tecnica compositiva e contemporaneamente su un altro versante per diverse opere ha respirato volentieri l’aura dell’object retrouvee, nella quale la naturalità di ciò che è stato ri-trovato (in questo ambito ha certo giocato un ruolo evocativo particolare l’incontro con il paese calabrese abbandonato di Campana vecchia, dove con il ritmo delle stagioni Bailoni ritorna con la spinta del poeta più che del trovarobe d’antico stampo) sconfina irreparabilmente con un percorso di ardita astrazione o di immersione in un flusso carico di figure oniriche.
Comunque la natura con i suoi preziosi scarti resta qui la base di un viaggio nella mente e nell’immaginazione: per carità non parliamo di riciclo, ci troviamo di fronte ad uno scavo paziente, che è prima di tutto linguistico, perché attraverso il legno ed il ferro Giovanni Bailoni si costruisce gli strumenti per nuove visioni. Non a caso riscoprendo recentemente anche le suggestioni della land art, una sorta di magico ritorno nella natura di ciò che pur provenendo dalla natura (il legno e il ferro segnati dal tempo ) è ora frutto dell’artificio più consapevole.
Mario Cosssali
Giovanni Bailoni vive a Riva del Garda. Per molti anni si è dedicato all'arte di ri-donare sorrisi attraverso la sua attività di odontotecnico, una professione che richiede un combinato disposto di manualità fine e pensiero creativo. Abilità che Giovanni ha trasferito nella realizzazione di oggetti in argento sfociata nel 2009 in una bella mostra di oggetti unici denominata appunto Argent.ieri. Parallelamente, stimolato dai risultati della mostra, Bailoni ha rispolverato una antica passione per i legni " vissuti" amorevolmente raccolti nei contesti più diversi, restaurati, salvati dal deperimento, "medicati" nelle loro ferite e assemblati in oggetti dalla forte valenza estetica (objet trouvè). I risultati di tale approdo sono stati mostrati in sei personali (tra il 2010 e il 2013). Un' opera dell'artista è esposta attualmente presso il Comune di Riva del Garda e una sua installazione permanente è visibile presso Ledro.Land.Art. Ha partecipato a numerose collettive nella zona del Basso Sarca.
Ingresso libero
organizzazione: Comune di Villa Lagarina