Oggi in America II
Timbre Unwound: Multiple Threads in Contemporary American Music
(Lo svolgersi del timbro: le trame del suono nella musica americana contemporanea)
conferenza di Judith Shatin
Director of the Virginia Center for Computer Music - McIntire Department of Music, University of Virginia
Introduzione di Ivano Ascari (Conservatorio “F.A. Bonporti” di Trento)
La conferenza affronta il ruolo della ricerca sul timbro nella musica americana dei nostri giorni. Attraverso esempi tratti dalle musiche di Derek Bermel, Missy Mazzoli, Paul Lansky, Bora Yoon e della stessa relatrice verrà dimostrato il crescente interesse per le ricerca sul timbro in correnti musicali anche molto diverse fra loro. Così come evidenziato dalle ricerche sperimentali nel campo della psicologia della percezione, il timbro ci fornisce delle informazioni cruciali per orientarci nel mondo che ci circonda. In ambito musicale, il timbro può aiutare il compositore non solo ad articolare il proprio pensiero musicale, ma anche suggerire nuovi suoni derivati sia da un uso esteso degli strumenti tradizionali, sia dalle più diverse fonti sonore che accompagnano la nostra vita di tutti i giorni. Gli esempi musicali proposti ci consentiranno di avvicinarsi ai diversi modi in cui la ‘cultura del timbro’ prende forma nella musica di oggi: dalle influenze del pop alle forme del beat, fino alle più estreme esplorazioni del tempo.
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Ivano Ascari, tromba
Aldo Cutroneo, violino
Laura Di Paolo, pianoforte
Introduzione di Marco Russo (Università degli Studi di Trento)
Walter Piston (1894-1976)
Sonata for Violin and Piano (1939)
Moderato
Andantino quasi adagio
Allegro
David Zell Durant (1958)
Whispers on a Desolate Island (2014)
per tromba ed elettronica (prima esecuzione assoluta)
Judith Shatin (1948)
For the Fallen (2012)
per tromba ed elettronica
La Sonata, for violin and piano (1939), di Walter Piston appartiene al periodo maturo dell’autore e manifesta, già solo con l’austerità del suo titolo, il profondo carattere di essenzialità sempre perseguito dal compositore americano. Antesignana del successivo Concerto for Violin and Orchestra (1939), quest’opera segna una sostanziale trasformazione stilistica del compositore americano che Aaron Carter indica come ‘mozartiana’, nel senso di una fluidità del discorso musicale sempre più spiccata ed un accostamento dei differenti materiali assai più armonioso di quanto realizzato nelle precedenti composizioni. Essa si colloca all’inizio del secondo periodo creativo di Piston, che condurrà nel 1940 a scrivere il primo brano dodecafonico ‒ Chromatic Study on the Name of Bach, for organ; al 1930 risalgono invece i primi esperimenti con la Flute Sonata ‒ per poi ritornare sul finire del decennio ad un neoclassicismo più sereno e melanconico. Resta comunque una sostanziale differenza fra le due opere: mentre il Concerto segna un brusco cambiamento per la sua evidente diatonicità, nella Sonata si avverte ancora un certo alone cromatico, di chiara matrice atonale, sebbene assai più mitigato rispetto alle opere precedenti. La Sonata è un brano impegnativo, di ampio respiro e con una significativa intenzionalità compositiva che allude ad uno schema classico nella successione dei tre movimenti che la compongono, ma da cui si distanzia dal punto di vista strutturale. Quest’opera sottolinea il grande legame di Piston con il violino, strumento attraverso cui il compositore si avvicinò allo studio della musica e che mai smise di frequentare. La seconda parte della serata prevede opere più recenti composte, oltre che per le naturali necessità espressive dei rispettivi autori, anche per diretto impulso di Ivano Ascari, che le ha direttamente commissionate agli autori e con loro ha contribuito attivamente alla realizzazione. I brani sono in corso di incisione su CD dallo stesso Ascari.
Whispers on a Desolate Island, for trumpet and soundfile (2014), di David Zell Durant, è una composizione in prima esecuzione assoluta. Il brano prende spunto da un’immagine: la presenza di un uomo su un’isola abbandonata. Su di essa, e sui suoi misteri, il nostro protagonista avvia un confronto interiore con il proprio ego e con i propri sensi. Nell’isola si avvertono infatti suoni, voci, sensazioni che non sono sempre riconducibili alla realtà dei fatti. Non è dato sapere se le percezioni del protagonista, definito ‘eroe’ dallo stesso Durant, siano reali o immaginarie, ma in ogni caso esse persistono, si accavallano e si manifestano, a volte anche come eventi chiaramente percepibili che via via diventano più flebili e offuscati. La struttura del soundfile è molto variegata. Percettivamente dominano le voci, su una struttura ritmica di timpani e marimba a cui si alternano 22 suoni pizzicati. Ciascuna categoria timbrica simboleggia una parte del corpo umano – rispettivamente la pelle, le ossa ed i muscoli – mentre la tromba rappresenta l’eroe e le sue elucrubrazioni.
Le sonorità del brano richiamano un’evidente atmosfera esotica, tribale, e sono costruite chiaramente in pattern che si accavallano e lasciano allo strumento solista una certa libertà di intervento, a tratti di carattere quasi improvvisativo.
For the Fallen, for trumpet and electronics (2012), di Judith Shatin, si presenta invece come una piacevole ripresa. Già eseguito in prima assoluta nell’edizione 2012 di Mondi Sonori, sempre dallo stesso Ascari che ne è anche il dedicatario, è riproposto in questa occasione sia per i valori intrinseci dell’opera, nonché per l’innegabile legame che la unisce al territorio trentino.
L’opera è infatti ispirata, e realizzata nella sua parte elettronica, alla Campana dei Caduti che si trova a Rovereto sul Colle di Miravalle, dopo che nel 1964 venne spostata dal torrione Malipiero del Castello di Rovereto, sua collocazione originale. Meglio conosciuta con l’appellativo di Maria Dolens, la campana è nata da un’intuizione del sacerdote roveretano Don Antonio Rossaro, e diffonde le sue sonorità dal 4 ottobre 1925. Fusa a partire da cannoni delle 19 nazioni che parteciparono alla prima guerra mondiale, la Campana dei Caduti vuole costituire un simbolo universale di pace e, attraverso le sue sonorità, ricordarci tutti gli esseri umani caduti in guerra e ammonirci contro le atrocità, spesso inutili, dei conflitti bellici.
Su una registrazione del suono della campana, effettuata dall’Ing. Marco Olivotto di Nogaredo e variamente elaborata informaticamente, si staglia la linea della tromba che dapprima asseconda i suoni dei rintocchi, poi se ne allontana, trascinando con sé lo stesso sfondo acustico che arriva a concentrarsi in maniera predominante sulle risonanze dei toni parziali, sulla ‘coda’ del suono più che sulla componente più evidente del rintocco. Come ricorda la stessa Shatin: «La parte della tromba a volte si unisce ai suoni della campana, nella chiamata per i caduti, altre volte sorge a lutto, anche lamento selvaggio, prima di chiudere con un senso di tranquillità». L’affezione dell’autrice al brano è testimoniata dalla recente realizzazione di una versione per violoncello ed elettronica (Marco Russo).
organizzazione: Conservatorio di musica "F. A. Bonporti"