Onorata Società
Stagione di prosa di Mori 2013/2014
Onorata Società
Il Vajont dopo il Vajont
di Francesco Piccolini
con Patricia Zanco
regia Mattiuzzi/Zanco
consulenza storica Toni Sirena e Associazione Culturale
Tina Merlin
«9 ottobre 1963, confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Poco dopo le dieci e mezzo di sera 260 milioni di metri cubi di roccia si staccano dal Monte Toc e precipitano nel bacino artificiale della diga del Vajont, provocando un'onda gigantesca che scavalca la struttura e travolge i paesi di Erto, Frassen, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo, Casso, Pineda, Longarone, Codissago, Castellavazzo, Villanuova, Pirago, Faè e Rivalta. I morti sono quasi duemila, pochissimi i feriti.
Cosa accadde dopo la frana? Dopo che si è consumata una delle tragedie più annunciate e denunciate della storia italiana? Onorata Società - il Vajont dopo il Vajont racconta quello che Sandro Canestrini - l'avvocato di parte civile al processo contro i costruttori della diga, a L'Aquila, nel 1968 - ha chiamato genocidio di un'intera comunità, provocato dalla mano criminale di una classe industriale senza scrupoli e da uno Stato incapace di difendere il territorio e i suoi cittadini.
Quello che ne segue è una spettrale dimostrazione della capacità di infierire, e unire le forze non per risolvere, curare e prevenire, ma per arricchire, corrompere, truffare, vendersi e accettare i più bassi compromessi, in nome del profitto e del guadagno: industriali, avvocati, giudici, giornalisti, ingegneri, geologi, docenti universitari, funzionari dello Stato, tutti insieme appassionatamente a banchettare sui resti di un territorio martire e di un popolo spolpato.
Il Vajont diventa così tragico modello esemplare che in Italia si ripete ovunque e sistematicamente, per arroganza e corruzione, dall'Ilva al terremoto de L'Aquila, e che riesce a sollevare pesantissime domande: di chi ci possiamo fidare?
Onorata Società è quindi la testimonianza di come due voci fuori dal coro, una giornalista e un avvocato, Tina Merlin e Sandro la speranza che si possa lavorare per la ricerca della verità, per difendere la dignità della vita e la più impossibile delle utopie: il diritto alla felicità».
Francesco Niccolini
organizzazione: Comune di Mori