Opus #1
Compagnia Ariella Vidach - A.i.E.P.
Unica nel panorama della danza contemporanea italiana la Compagnia di Ariella Vidach si è dedicata dal1988 a oggi alla realizzazione di spettacoli incentrati sul rapporto tra danza e nuove tecnologie. In un crescendo di sperimentazione che muove dall'innesto di video negli spettacoli, all'utilizzo del computer in tempo reale e a sofisticati sistemi di realtà virtuale e di motion capture che hanno caratterizzato le performance degli ultimi anni, il gruppo ha sviluppato una poetica di compenetrazione delle nuove tecnologie digitali sul tessuto della danza contemporanea.
Ricerca che non è mai fine a se stessa, bensì funzionale al risultato artistico e spettacolare e a contenuti profondamente attuali come la percezione del corpo nel confronto con l'ambiente artificiale tecnologico.
Se i lavori risalenti ai primi anni Novanta puntavano su una certa autonomia tra immagine (inserzioni video) e corpo, con il tempo le interferenze sono diventate più sottili e gli orizzonti di ricerca sempre più complessi. Elicon Silicon ('93) rappresentava una prima riflessione sulla dicotomia di corpo naturale e corpo artificiale, corpo reale-corpo replicato, poi sviluppata nei lavori successivi e in particolare in Exp Interactive Dance Performance ('96) un lavoro basato su un sistema di realtà virtuale e in Mandala System nel quale i corpi dei tre danzatori sulla scena divengono artefici in tempo reale di tutti i cambiamenti visivi e sonori dello spettacolo. Un'esperienza spettacolare che chiede al pubblico di immedesimarsi nel gioco di relazioni che si instaurano non più soltanto tra i danzatori sulla scena, ma in rapporto alle loro icone virtuali e al loro farsi generatori di eventi sonori. Una nuova forma di confronto sensibile che non sembra poi così lontana dal percorso formativo che Vidach ha alle spalle incentrato sull'esperienza americana del contact-improvisation: nei suoi spettacoli tecnologici sviluppa la stessa sensibilità all'ascolto che il danzatore di contact deve avere nei confronti del partner, continuamente soggetto a un rapporto di azione-reazione nel gioco improvvisativo.
Opus #1 è l'ultima produzione della Compagnia, realizzata nell'estate 2001 dopo un lungo percorso di ricerca e di sviluppo di software interattivi. Si ispira al racconto di Jorge Luis Borges, La Biblioteca di Babele, e mette in scena un immaginario mondo in cui quattro esseri antropomorfi si scoprono e si mettono in relazione con lo spazio interattivo circostante. L'occhio di una telecamera rileva il colore rosso indossato dai danzatori e trasmette ad un originale combinazione di software (Big Eye, Max/Msp, Director) i dati relativi ai loro spostamenti nello spazio traducendo la gestualità del corpo in scrittura, la velocità del movimento in escursioni dinamiche del suono, la sensibilità musicale degli interpreti in elaborazioni del testo e delle immagini
«Opus #1 - dichiara Ariella Vidach - è una metafora del mondo: lì si trovano ordine e caos, bibliotecari imperfetti costantemente alla ricerca dei misteri fondamentali dell'esistenza e dell'umanità. Nessuna certezza, ma molte scoperte: relazione con gli altri, con lo spazio, con i suoni onomatopeici, con i rudimenti del linguaggio, con le immagini. Universo di segni che tenta di trasformarsi in scrittura. Linguaggio del corpo che diviene parola ed emozione».
COMPAGNIA: Compagnia Ariella Vidach - A.i.E.P.
organizzazione: Ass. cult. Incontri Internazionali di Rovereto - PAT Ass. Cultura - Comune Rovereto Ass. Cultura - Ministero Beni e Attività Culturali - Regione T-AA - APT Rovereto - MART Centro Internaz. Danza - ASM Rovereto - Cassa Rurale Rovereto