Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
Il Teatro è tornato
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
direttore Arvo Volmer
soprano Sabina von Walther
mezzosoprano Annely Peebo
tenore Dominik Wortig
baritono Alejandro Marco-Buhrmester
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
direttore del coro Corrado Casati
Ludwig van Beethoven
Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125
Allegro ma non troppo, un poco maestoso
Molto vivace - Presto
Adagio molto e cantabile -
Andante moderato
Presto - Allegro assai
La Nona Sinfonia di Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827) è probabilmente fra le opere più note di tutti i tempi e uno dei modelli che hanno segnato il successivo sviluppo del suo stesso genere. Le sue dimensioni e le innovazioni di cui è portatrice ne fanno infatti unopera di cruciale importanza, talmente ricca da divenire assolutamente determinante per lintera evoluzione della storia della musica.
Ben dodici anni dividono la Nona dalle due Sinfonie precedenti, di cui quasi sette dedicati alla sua gestazione dal 1817 al 1824 , che seppure non esclusivamente dedicati alla sua composizione, appaiono comunque eccessivi anche per unopera di queste dimensioni. La sua lunghissima incubazione non si limita tuttavia a questo periodo, ma si perde addirittura negli anni della giovinezza renana, percorrendo come un filo rosso, seppur lasciata e ripresa innumerevoli volte, tutta la vita compositiva del musicista tedesco.
La storia degli antecedenti della Nona si ricava da schizzi, progetti, composizioni di vario tipo, annotazioni contenenti lintenzione di coinvolgere la voce in realizzazioni orchestrali non meglio definite, che si trovano nei quaderni di appunti; idee tematiche che riaffioreranno poi in quelle della sinfonia, come anche il proposito di musicare lOde di Schiller che viene costantemente rinnovato nel tempo. È suggestivo immaginare come tutte queste idee abbiano continuato a proliferare nellimmaginario musicale di Beethoven per decenni, in maniera slegata, discontinua, ma costante, sino alla confluenza in un insieme dal risultato talmente imprevisto nelle sue dimensioni da indurre Beethoven a ripetuti errori di sottovalutazione del tempo necessario al suo compimento. E anche a molti dubbi e perplessità circa il lavoro finito, in particolare proprio riguardo a quel tempo finale, cui Beethoven, persino a lavoro concluso e ad esecuzione avvenuta, pensava ancora di sostituire un brano esclusivamente strumentale. Un risultato che, nella sua profondità di pensiero e ricchezza di contenuti estetici, ma anche etici, ha il carattere di summa, di «ricapitolazione, di bilancio duna vita».
M. Mila
poltrone, palchi centrali 40
palchi laterali e balconata 35
loggione 25
Prevendita
4 ottobre Auditorium Melotti dalle ore 8
13-14 ottobre Auditorium Melotti ore 8.30-12 e 14-17
dal 15 ottobre presso gli sportelli delle Casse Rurali Trentine