Orchestra Popolare Delle Dolomiti
Itinerari Folk 2012
Orchestra Popolare Delle Dolomiti
(Italia)
Suoni dalle Dolomiti
Lorigine di questo progetto risiede in un importante ritrovamento di manoscritti di danze popolari. Quaderni scritti in bella calligrafia dai musicisti delle tante orchestrine che, fino a qualche decennio fa, popolavano la vita dei paesi delle valli dolomitiche tra Veneto, Trentino e Sudtirolo.
L'orchestra propone un repertorio inedito dove regna sovrano il principe delle danze, il valzer, accanto a balli di origine molto più antica come le monferrine, la quadriglia, il galop, la villotta, il varsovien, la sottis, la gavotta.
Lorigine di questo ensemble orchestrale - che presentiamo in anteprima assoluta -, risiede in un importante ritrovamento di manoscritti di danze popolari. Una recente ricerca sul campo, svolta nella zona del Cadore in provincia di Belluno, nellambito dei corsi di etno-musicologia curati da Roberto Tombesi presso il Conservatorio di Padova.
Inizialmente è tornato in vita un vissuto libretto contenente oltre centro melodie, recuperato dalla studentessa Manuela De Luca Valente nel Comune di S. Vito di Cadore. Ma successivamente dal contatto con il signor Marino De Lotto sono emersi altri tre documenti, meno interessanti del primo dal punto di vista musicale, ma molti significativi anche da altri punti di vista in quanto provenienti da famiglie cadorine emigrate in America del Nord tra otto e novecento. Si tratta di quaderni scritti in bella calligrafia dai musicisti delle tante orchestrine che nella prima metà del novecento, popolavano la vita dei paesi delle valli dolomitiche tra Veneto, Trentino e Sudtirolo, ma più in generale dellarea alpina e prealpina del nord Italia. Il primo di questi documenti rappresenta, in particolare, un corposo repertorio inedito (115 melodie), con denominazioni in alcuni casi curiose (concierditesta, berlingozza, pia, bettina, etc.), dove regna sovrano il principe delle danze, lamato valzer, accanto a balli di origine molto più antica come le monferrine, la quadriglia, il galop, la villotta, il varsovien, la sottis, la gavotta. In alcuni brani è facile riconoscere la parentela con noti repertori alpini o dellappennino emiliano.
Una prima riflessione su questi manoscritti è contenuta nel volume Ballabili antichi per violino o mandolino, un repertorio dalle Dolomiti del primo 900 (Nota giugno 2012). Un lavoro realizzato da Roberto Tombesi, Francesco Ganassin e Tommaso Luison che presenta una serie di saggi, le trascrizioni di tutti i brani e in allegato anche un CD con la riesecuzione di 34 melodie tratte dal manoscritto principale. Si tratta del primo capitolo di un progetto più ampio sulle Dolomiti pensato dallassociazione Atelier Calicanto (si veda la copertina).
Significativi alcuni passaggi della prefazione al volume del prof. Sergio Durante, ordinario di filologia musicale allUniversità degli studi di Padova: In questo libro si racconta del ritrovamento di un tesoro (
). Cè qualcosa di mitico nella vicenda di quel quaderno e dei pochi altri rari documenti simili che, attentamente indagati, ci parlano di un mondo scomparso appena ieri ma che è ancora in qualche modo con noi (
). La cultura del passato è qualcosa di più di un glorioso cimelio e può riservare, se intelligentemente attualizzata, un futuro più vivace e affascinante rispetto alla desolante piattezza di troppi prodotti pseudo-culturali. Il secondo capitolo del progetto è proprio lidea di far rivivere questi documenti attraverso la costituzione di una piccola orchestra composta da musicisti, appartenenti a gruppi attivi nellambito della musica tradizionale, ma anche di for mazione classica, nellarea territoriale delle Dolomiti.
È nata così lOrchestra popolare delle Dolomiti, alla quale aderiscono circa 25 musicisti dei seguenti gruppi: Abies alba (Trentino), Altei (Belluno), Alessandro Tombesi ensemble (Veneto) Bandabrian (Veneto), Calicanto (Veneto), Compagnia del fil de fer (Trentino), Mideando string quintet (Veneto), Pasui (Alto Adige/Sudtirol), Quartetto Neuma (Trentino). Un ensemble unico con la presenza di una sezione di plettri (mandolini, mandole, chitarre), una sezione di archi (violini, violoncelli e contrabbasso), una sezione di fiati (traverso, ottavino, schwegelpfeife, cornamuse, flauti dritti, ocarine), arpa e zither, organetto diatonico e armonium, percussioni tradizionali e domestiche e infine le voci. La direzione dellorchestra è affidata a Tommaso Luison e Francesco Ganassin; questultimo ha curato in particolare tutti gli arrangiamenti dei brani.
organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Comune di Trento - P.A.T. Assessorato alla Cultura Rapporti Europei e Cooperazione