POW di Luca Damiani
Prima presentazione italiana
Luca Damiani ha sempre affiancato la sua attività di critico musicale e conduttore radiofonico ( in particolare del programma “Sei gradi” di Rai Radio 3 ) a quella di scrittore: nel 1990, con il suo esordio, vinse il premio GrinzaneCavour per l’opera prima.“POW”, il romanzo che presenta, è il suo libro più sentito e personale: il titolo è l’acronimo di “Prisoner of war”, prigioniero di guerra, come fu appunto suo padre durante la seconda guerra mondiale.Era in un campo di prigionia inglese quando arrivò la notizia dell’armistizio: tutti i soldati italiani dovettero scegliere se abiurare o meno il fascismo; Damiani lo fece ( aveva avuto simpatie socialiste in gioventù ), ma tornato in Italia nel ‘47 rimase sconcertato da un Paese che aveva rimosso il fascismo senza metabolizzarlo.Damiani si interroga su quali fossero i motivi che spinsero suo padre ad abbandonare repentinamente e senza ragioni apparenti una moglie colta e bella ed un figlio appena dodicenne per fare ritorno in Africa, laddove fu prigioniero di guerra. Lo scrittore si mette sulle sue tracce interrogando le persone che lo hanno conosciuto, le sue amanti ed amiche.Ecco allora nella scelta del padre il Kenya e la misteriosa e poco conosciuta Rhodesia.Il libro ricostruisce le illusioni e disillusioni di una generazione che faticò a liberarsi dai lasciti del fascismo o lo fece troppo in fretta e tratteggia una storia dura e affascinante di legami familiari, con la ricerca incessante delle ragioni di un abbandono, praticato da un padre, subito da un figlio (un tema - quello dell’abbandono del padre - su cui insistono, con sfumature diverse alcuni romanzi italiani di questa recente stagione, come “L’uomo che trema” di Andrea Pomella e “Addio fantasmi” di Nadia Terranova ).