Paesaggi di guerra

Mostra fotografica

Il Trentino alla fine della Prima Guerra mondiale - Valle del Chiese

Una delle 12 mostre fotografiche che la Rete Trentino Grande Guerra >> dedica al Trentino del 1919.
Si tratta del terzo allestimento per il territorio delle Giudicarie, dopo Daone e Storo.

Negli anni tra il 1915 e il 1918 il territorio della Valle del Chiese fu diviso in due dalla linea del fronte che dalle nevi dell’Adamello scendeva per la Val di Daone e risaliva la dorsale verso la Val di Ledro. I paesi centrali divennero una terra di nessuno che l’opera di ricostruzione classificò poi “zona nera”.

Nelle prime settimane di guerra l’Austria fece evacuare i paesi a nord di Condino fino a Roncone, destinazione Tione, la Val Rendena e il Bleggio-Lomaso. Il 5 giugno, per parte sua, il Comando italiano fece sgomberare Condino e Brione; la popolazione fu evacuata in provincia di Alessandria. Dopo l’avanzata italiana dei primissimi giorni, in un territorio lasciato libero dalle truppe austriache, ve ne furono una seconda a metà ottobre e una terza nelle prime settimane del dicembre 1915. Il rombo delle artiglierie si sentì soprattutto nel 1915-16, quando si verificarono numerose incursioni aeree. I paesi evacuati furono bombardati e incendiati. Poi subentrò una snervante e poco combattuta guerra di posizione in montagna, con la linea italiana a ridosso di quella austriaca. Su queste posizioni terminò la guerra.

Quando, dopo l’armistizio del 3 novembre 1918, cominciarono a rientrare i profughi e i soldati che avevano combattuto sotto le bandiere di Francesco Giuseppe, trovarono un nuovo e diverso “paesaggio di guerra”: mucchi di sassi e case sbrecciate, terreni abbandonati e incolti da quattro anni, boschi devastati, fienili scoperchiati, malghe danneggiate, montagne ingombre di reticolati, mine e proiettili, attraversate da teleferiche e da nuove strade, solcate da trincee e camminamenti, fino oltre i 2.000 m. del Passo del Frate e del Nozzolo.

Le case vennero ricostruite prima dal Genio militare e poi da quello civile che ebbero in valle diversi cantieri di coordinamento. La popolazione tollerò con fatica che la nuova amministrazione militare e civile definisse i progetti senza interpellarla, organizzasse squadre di soldati, prigionieri e operai.

In ogni Comune furono organizzate squadre specializzate per il recupero degli ordigni di guerra. Nacque così la figura del recuperante, lavoratore impegnato in un’attività dura e pericolosa che affiancò le tradizionali professioni della gente di montagna. Interi nuclei famigliari risalirono le pendici dei monti, entrarono in gallerie e trincee e portarono a valle tonnellate di materiale ferroso e di esplosivo. Nei depositi allestiti in fondovalle si vendevano matasse di filo spinato, bobine di cavi telefonici, cavalli di frisia, bossoli in ottone, proiettili d’artiglieria, piombo, scudi da trincea, lamiere, travi e putrelle. Nella valle si vedono ancora oggi recinzioni di orti e prati fatte nel primo dopoguerra con paletti e filo spinato.

Gruppo di lavoro
Antonio Armani, Mauro Grazioli, Marisa Marini, Roberto Panelatti, Anna Pisetti, Gianni Poletti, Fabrizio Rasera, Giancarlo Sciascia, Vittorino Tarolli, Camillo Zadra
Testi
Gianni Poletti
Con la collaborazione di
Consorzio dei Comuni del B.I.M. del Chiese, Ecomuseo della Valle del Chiese - Porta del Trentino, Associazione “Il Chiese”, Centro Studi Judicaria, Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese di Bersone
Le immagini esposte e pubblicate sono state messe a disposizione da
Archivio del Museo Storico Italiano della Guerra - Rovereto, Archivio dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano – Museo Centrale del Risorgimento - Roma, Archivio dell'Istituto di Storia e Cultura dell'Arma del Genio - Roma, Associazione “Il Chiese”, Archivio del Centro Studi Judicaria, Biblioteca Comunale di Pieve di Bono, Biblioteca Comunale di Condino, Circolo Pensionati Rododendro Daone, Museo della Grande Guerra in Valle del Chiese di Bersone, Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, Roma


organizzazione: Centro Studi Judicaria