Palazzi Aperti a Pergine Valsugana
Palazzi Aperti
domenica 22
ore 15.00: visita guidata alla chiesa di Madrano a cura del dott. Livio Cristofolini (Soprintendente Beni Librari, archivistici e archeologici della Provincia autonoma di Trento) , della dott.ssa Nicoletta Pisu (Soprintendenza Beni Librari, archivistici e archeologici) e della dott.ssa Luciana Giacomelli (Soprintendenza Beni Storico artistici).
Info:
tel. 0461 502360 - 502393
e-mail: archiviostorico@comune.pergine.tn.it
cultura@comune.pergine.tn.it
Notizie storico-artistiche sulla chiesa di Madrano
A 4 chilometri da Pergine, tra le colline dei fiumi Sila e Fersina, si trova il paese di Madrano.
I primi insediamenti abitativi della zona si possono far risalire al 2000 avanti Cristo, anche se il toponimo Madranum compare per la prima volta nell'Urbario dei Canonici di Trento del 1220.
Non si può stabilire con precisione da quanto sia presente una chiesa a Madrano menzionata nei documenti a partire dal 1450.
In verità, un edificio di culto è nominato già in un contratto di enfiteusi stipulato il 10 aprile 1330 fra Eltele da Scena, capitano del Castello di Pergine, e Toldo Asseler dalla Faida mentre, dalla Carta di Regola di Madrano del 1364, risulta che il campanile aveva almeno una campana.
E' ragionevole però ritenere come ben prima del 1330 esistesse una chiesa a Madrano, in quanto non sarebbe giustificabile il tempo intercorso (ben cinque secoli!) tra la conversione al cristianesimo della popolazione locale e la costruzione di un edificio sacro dove poter professare il proprio culto.
Riguardo alla consacrazione di questo primo edificio, si può solo affermare che nel 1450, come è riportato da una pergamena conservata nell'Archivio parrocchiale di Madrano, l'altare maggiore fu dapprima dedicato a San Giovanni Battista e a San Giovanni Evangelista e poi, nel 1649, a San Giovanni Battista.
Una prima descrizione della chiesa si trova nei regesti degli Atti visitali di Feltre del 1590, così riassunti da padre Morizzo: "Si visitò la chiesa di S. Giovanni in Madrano: era posta a oriente: era a volto: imbianchita e dipinta: aveva anche l'altare di S. Sebastiano ed uno fuori della chiesa che doveva esser demolito: il pavimento era in parte di assi, in parte di pietra: due erano le porte: due finestre: due ad occhio. L'altar maggiore avea una bellissima ancona con sculture. Il campanile con due campane. La sacristia a settentrione: il cimitero".
Nel Settecento, l'antico edificio, dopo essere stato sottoposto a numerosi restauri tra cui quello del 1556, fu demolito per costruirne uno più adatto alle mutate esigenze della comunità: i lavori iniziarono dopo il 1765 e terminarono prima del 1779.
La nuova chiesa, progettata dal comasco Pietro Bianchi, fu consacrata il 13 luglio 1782 dal vescovo di Feltre, Benedetto Andrea Ganassoni e dedicata a San Giovanni Battista, mentre a partire dal Catalogo del Clero del 1907 la curazia di Madrano è citata come "Curatia Decollationis S. Ioannis Baptistae", cioè come curazia intitolata alla decapitazione di San Giovanni Battista.
Il 24 maggio 1919 il vescovo di Trento Celestino Endrici istituiva l'elevazione della curazia di Madrano a parrocchia con il titolo di Decollazione di San Giovanni Battista.
Nel corso dei secoli la chiesa fu oggetto di numerosi interventi di restauro (1906, 1934, 1986 e 1995) e di abbellimento come l'acquisto, nel 1803, dei tre attuali altari barocchi di marmo.
In seguito alle rigorose norme stabilite dal Concilio Vaticano II nel 1967 fu eliminato il pulpito settecentesco e successivamente fu tolto anche un confessionale di noce del Settecento.
I lavori più recenti hanno riguardato la sostituzione della pavimentazione e dell'impianto di riscaldamento, nonché il restauro degli altari marmorei (quello maggiore e i due laterali) con rimozione delle stuccature cementizie, il lavaggio e la pulitura.
Gli altari
Ad inizio Ottocento i tre altari di stucco presenti nella chiesa di Madrano mostravano evidenti segni di cedimento e necessitavano di urgenti interventi di riparazione. Proprio in quegli anni venivano posti in vendita i tre altari barocchi di marmo appartenenti alla chiesa di San Francesco (attuale chiesa della suore Canossiane) dei Frati Minori Conventuali di Trento, così la curazia di Madrano decise, nel 1803, di cogliere questa opportunità e li acquistò per 850 fiorini, che poi salirono a 2390, a causa del notevole ritardo nel saldo finale dei pagamenti, avvenuto nel 1838.
Secondo le precise annotazioni di Francesco Bartoli, curioso attore giramondo di fine '700, i tre altari in questione sono attribuibili alla nota maestria dei Benedetti, famiglia di geniali artisti (tagliapietre, scultori e architetti) originaria da Castione di Brentonico.
Su quello maggiore, opera di Cristoforo Benedetti, sono collocate due statue di pietra bianca realizzate da Teodoro Benedetti: quella posta a destra rappresenta San Bonaventura mentre quella di sinistra raffigura San Giovanni Nepomuceno.
I dipinti
Al cappuccino fra Santo da Venezia (1571-1609) sono attribuibili sia la grande pala (m 3,29x2,05), olio su tela datato 1607, raffigurante Maria Vergine portata in cielo dagli angeli tra lo lo stupore degli Apostoli, sia la "deposizione dalla croce di Gesù", olio su rame (cm 41x22) del 1607 fissato sulla portina del tabernacolo. Entrambi i quadri furono acquisiti nel 1803 assieme ai tre altari.
Opera di don Antonio Longo (Varena di Fiemme 1742-1826) sono i due oli su tela (entrambi con dimensioni: m 2,05x0,95) collocati come pale degli altari laterali: l'uno, datato 1804, raffigura San Antonio da Padova, l'altro, finito nel 1805, rappresenta la decollazione di San Giovanni Battista.
L'inconfondibile stile di Domenico Zeni da Bardolino (1762-1819) è rintracciabile nell'olio su tavola (m 1,48x0,62) che fa da sfondo al ciborio dell'altare e nell'olio su tela (m 1,26x0,53) posto in fondo alla chiesa, sulla porta del battistero.
Il primo riproduce la crocifissione e si può notare come lo sguardo di Cristo sia rivolto verso la parte superiore del quadro dove sono raffigurati il Padre, lo Spirito Santo e tre angioletti. Ai piedi si trovano la Madonna con San Giovanni Evangelista, mentre sullo sfondo si scorge la città di Gerusalemme.
Il secondo ritrae il battesimo di Gesù al fiume Giordano con il Padre in alto, lo Spirito Santo sotto forma di colomba al centro e Gesù in ginocchio davanti a Giovanni Battista.
Degni di nota sono i vari disegni a tempera eseguiti dal pittore Agostino Aldi (1860-1939) nel corso del restauro del 1906 tra cui: la rappresentazione simbolica delle tre virtù teologali presente nella parte superiore dell'abside, i quattro evangelisti con al centro la raffigurazione della Santissima Trinità dipinti nella volta sopra il presbiterio, i due grandi dipinti sulla decapitazione di San Giovanni Battista e sul miracolo della moltiplicazione dei pani che, assieme ai quattro medaglioni, effige di Sant'Agostino, Sant'Ambrogio, San Giovanni Crisostomo e San Gregorio Magno, impreziosiscono la volta della navata.
Bibliografia:
Salvatore Piatti, Pergine. Vita e cammino di una comunità cristiana, 2006, pagine 88-92
Salvatore Piatti, Il piccolo mondo di Canzolino, Madrano e Vigalzano, 1994, pagine 433-447