Pape Siriman Kanoutè (Senegal), Les Freres Dembelè (Burkina Faso)

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Pape Siriman Kanoutè (Senegal)
Pape Siriman Kanouté nasce in Senegal, nel villaggio di Koussanar, da un'importante e antica famiglia di Griot mandinga. I Griot svolgevano una funzione complessa e fondamentale all'interno della società africana: celebravano i riti familiari, svolgevano il ruolo di giudici di pace, erano detentori della cultura orale, consiglieri dei re. Si tramandavano il loro sapere e la loro musica di generazione in generazione attraverso le note dello strumento proprio della loro etnia, in questo caso la Kora, l'arpa africana. Kanouté è così diventato un ottimo suonatore di Kora con la quale si è esibito al fianco di grandi musicisti di fama internazionale.
Diplomato in sax al Conservatorio Nazionale della Musica di Dakar, entra a far parte dell'Orchestra Nazionale Senegalese, ed apprende il linguaggio del jazz, a contatto con grandi nomi come Harry Bellafonte, Dizzy Gillespie, Manu Dibango, ma anche con Youssou N'Dour, Baba Maal, Ismael Lo e tanti altri.
In Italia arriva con il gruppo di afro-salsa Africando e decide di stabilirsi a Roma per diffondere la cultura, la tradizione africana e la bellissima musica della Kora. Fonda, quindi, il gruppo dei Mande con cui suona una musica scritta e arrangiata da lui, una miscela di musica popolare mandinga senegalese dove, dietro le dolci note della Kora e sullo sfondo delle percussioni, vibrano lontane suggestioni di afro-jazz. Come tutti i musicisti dell'ovest africano ha risentito delle influenze della musica latinoamericana e della musica indu, veicolata dalle pellicole indiane molto diffuse in quella zona d'Africa, elementi facilmente individuabili nelle sue composizioni dove sono presenti sia strumenti tradizionali africani, sia indiani che europei.
In Italia prende parte a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche, scrive due libri sulla cultura della sua etnia ("I Mandinga, musica danze e cerimonie" e "Mande, parole del griot"), partecipa con la sua musica a film e documentari, riceve numerosi riconoscimenti per l'impegno dimostrato nella diffusione della sua cultura. Nel 1999 incide "Kambalada" il suo primo CD in italia a cui ne sono seguiti molti altri, l'ultimo distribuito nel nostro paese è "Keulo" (CNI, 2002), mentre "Miriya" registrato successivamente e autoprodotto nel 2005 ha finora avuto diffusione solo in Francia e in Africa. Ha anche collaborato con il gruppo Agricantus partecipando al loro CD "Ethnosphere".
In esclusiva per Itinerari Folk presenta un solo di Kora, uno strumento simbolo del suo paese,dove viene riconosciuto come interprete di primo piano

Les Freres Dembelè (Burkina Faso)
Brahima Poumayeli Dembelè (balafon, Djembe, tama, bara, voce)
Souleymane Dembelè (dum dum, bara, voce)
Adama Dembelè (djembe, tama, balafon)
Yacouba Dembelè
Kadi Diara

La famiglia Dembelè è originaria del villaggio Piò, regione di Djibasso (nell'attuale Burkina Faso), in una zona povera di risorse naturali e turistiche, dunque relativamente immune da influenze culturali esterne. Ancor più di altre etnie Alto-Voltaiche quella Bobò Bwa ("Oule" in lingua Djoula), è storicamente nota per la fierezza con cui si è opposta a ogni colonizzazione morale e materiale, e costituisce uno dei nuclei più antichi di cultura tradizionale vivente. La famiglia Dembelè è costituita da più di 50 elementi, tutti attivi musicalmente, e appartiene da sempre alla casta dei griots. Brahima, Adama e Souleymane sono due fratelli e un cugino che si sono affermati come musicisti anche in Europa e costituiscono le fondamenta di queste ensemble che propone un'esposizione rigorosamente tradizionale di brani matrimoniali e di intrattenimento normalmente eseguiti in contesti di festività sociali e religiose.
Brahima Poumajeli ("il grande griot") Dembelè vive e lavora da alcuni anni a Firenze, dove si è formato come mediatore culturale. Attraverso di lui il Centro Flog – Musica dei popoli ha realizzato progetti che hanno coinvolto tutta la famiglia Dembelè, tra questi il CD di musiche tradizionali "Aira Yo, la dance des jeunes griots" (Amiata Rec.). Fin da giovanissmo ha imparato a suonare numerosi strumenti: il balafon dal padre, il canto dalla madre, la kora dallo zio e varie percussioni da altri membri della famiglia. A 16 anni è già apprezzato come solista e ricercato in occasione di cerimonie e feste sociali e religiose e solo due anni dopo entra a far parte del corpo di percussionisti del Balletto Nazionale della Costa D'Avorio. Arriva in Italia col gruppo Marahouet e qui inizia a collaborare con musicisti italiani e stranieri (Fuentes, Orchestra jazz di Alessandro Di Puccio, etc.). Nel 1995 fonda l'ensemble Griot Metropolitan.
Souleymane e Adama rappresentano l' ultimissima generazione Dembelè "tutta africana", sempre in moto tra il villaggio e le città (Abidjian e Ouadagoudou) tra identità tradizionale e nuovi ruoli sociali e musicali.
Souleymane suona vari strumenti della tradizione Mandingue, come il tama, il balafon, ed in particolare il doumdoum. Si è esibito per anni nelle feste tradizionali tra il Burkina, il Mali, e la Costa d'Avorio. Nel 1995 è invitato per la prima volta in Italia da Brahima per costituire l'ensemble familiare che esordisce al Festival Musica dei Popoli di Firenze. Si stabilisce in Italia svolgendo anche un'attività didattica nelle scuole sulla cultura africana. Entra a far parte dei Griot Metropolitain e delle compagnie Shionkama e Giguywassa.
Adama che è nato nel 1982 è un talento straordinario. Già all'età di sei anni comincia ad esercitarsi sul djembe, sul doumdoum, sul barà in compagnia dei suoi fratelli; a nove anni viene introdotto al balafon e al ngoni da suo padre. Prosegue la sua formazione percussiva con grandi maestri, come Mamanè Semanké, Kalifa Koné, Toumani Diakité, Sekouba e Moussa Koné. Pratica e si perfeziona con altri strumenti tradizionali come l'atoungblan, il goulé, etc.. Partecipa alla compagnia Djolem, in Costa d'Avorio, dirige a tredici anni le compagnia "Adama géant" e i "Nani di Abidjan". A quattordici anni arriva in Italia dove partecipa assieme a Brahima e Souleymane ad un tour di sette mesi. In seguito collabora con i Frères Coulibaly (festival Yele), con il Balletto nazionale della Costa d'Avorio, con la compagnia Djelikan (La voce dei griots) che costituisce con i suoi amici artisti per il festival Masa in Costa d'Avorio. Nel 2001 viene nominato dai suoi grandi maestri di djembè il miglior percussionista della sua generazione e parte con la compagnia Korhogo per una lunga tournée di sei mesi in Francia. Oggi è presidente dell'Associazione Fatchin, che promuove le arti e la cultura africana.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Provincia Autonoma di Trento - Comune di Trento