Paris Lodron (1619-1653), Arcivescovo di Salisburgo . Un principe illustre nella prima età barocca

Mostra

La mostra organizzata dal Museo Diocesano Tridentino, che ha allestito e gestisce a Villa Lagarina una propria sede succursale interamente dedicata agli arredi donati dalla famiglia Lodron all’antica pieve, si inserisce nelle iniziative per il trecento cinquantesimo anniversario della morte di Paride Lodron, promosse dal Servizio Attività Culturali della Provincia Autonoma di Trento in stretto collegamento con il Land e l’Arcidiocesi di Salisburgo.
L’illustre personaggio, nato a Castelnuovo di Noarna nel 1586, ha legato la propria fama a Salisburgo, della quale divenne Principe e Arcivescovo nel 1619. Le intelligenti scelte di politica estera operate da Paride nel corso dei suoi trentaquattro anni di episcopato evitarono il coinvolgimento dell’arcivescovado di Salisburgo nella guerra dei Trent’anni, che altrove, in Europa, provocò forti sconvolgimenti politici e gravi sofferenze alle popolazioni. Paride fu anche un accorto e raffinato mecenate: promosse l’imponente impresa di fortificazione della città, il completamento del duomo sotto la direzione dell’architetto italiano Santino Solari e la ristrutturazione del palazzo di Mirabell, conferendo imponenza ed eleganza all’immagine di Salisburgo. Sul piano dell’azione culturale, il suo maggior successo fu l’elevazione, nel 1622, del Ginnasio di Salisburgo a Università. Per i suoi grandi meriti, l’arcivescovo venne insignito del titolo di “Padre della Patria”: per questa ragione il suo busto fu posto nel Walhalla, il tempio degli eroi tedeschi costruito vicin a Ratisbona nel quarto decennio dell’Ottocento
Nonostante i gravosi impegni assunti nella città austriaca, Paride dimostrò sempre un costante e vivo interesse per la sua terra natale: in Val Lagarina infatti promosse iniziative di grande rilievo, sia in campo economico che in ambito artistico e architettonico. Favorì la produzione e commercializzazione della seta; promosse l’edificazione del Filatoio e l’erezione del nuovo Monte di Pietà; fece costruire la Cappella di San Ruperto dedicata ai genitori, Nicolò e Dorotea Welsperg, capolavoro assoluto della prima età barocca del Trentino; promosse il radicale rinnovamento della chiesa di Santa Maria Assunta. La cappella (di recente restaurata a cura dell’Ufficio Beni Storico Artistici della P.A.T.) fu progettata da Santino Solari, l’architetto del duomo di Salisburgo, e decorata con sontuosi stucchi dorati realizzati da plasticatori lombardi, mentre il ciclo pittorico su rame -uno dei più vasti mai eseguiti impiegando questo supporto- fu eseguito dal pittore fiorentino Donato Ma scagni. L’artista che aveva lavorato per Markus Sittikus von Hohenems nelle sale della villa di Helbrunn presso Salisburgo, attendeva, nel quarto decennio del Seicento, alla realizzazione dell’apparato decorativo del duomo di Salisburgo.

Alla buona riuscita dell’iniziativa hanno concorso musei, archivi e biblioteche di Trento, Rovereto e Salisburgo che hanno concesso in prestito al Museo Diocesano Tridentino una quarantina di importanti opere, parecchie delle quali esposte per la prima volta in Trentino.

L’esposizione, che sarà allestita presso la sede succursale del Museo Diocesano Tridentino, pur collegandosi a quella organizzata di recente nella città austriaca dal Dommuseum, è impostata secondo un differente taglio critico. La selezione delle opere, decisa dai due curatori, Domizio Cattoi e Domenica Primerano, ha inteso offrire al pubblico anzitutto un significativo profilo storico, culturale, artistico, iconografico, di questo importante personaggio, ancora poco noto in Trentino; in secondo luogo la scelta delle opere ha avuto come obbiettivo la messa a fuoco dello stretto legame che Paride mantenne sempre con la sua terra d’origine, nonostante i gravosi impegni dovuti alla sua alta carica. Se le opere realizzate a Salisburgo sono ben note, gli interventi promossi da Paride in Trentino risultano ancora poco familiari al grande pubblico: l’esposizione cercherà appunto di far conoscere anche ai non addetti ai lavori i preziosi manufatti commissionati da Paride nella sua terra natale.
La 1ª sezione espositiva ripercorre i momenti più importanti della sua vita, dalla giovinezza, alla sua formazione culturale, agli esordi della carriera ecclesiastica fino al fatidico 1619, data della sua elezione ad arcivescovo di Salisburgo. Accanto ai ritratti dei genitori, Nicolò e Dorotea Welsberg (Salisburgo, Land), verrà esposto l’albero genealogico lodroniano (Himmelberg - Schloss) ed alcuni documenti provenienti dall’Archivio Parrocchiale di Villa Lagarina e dalla Biblioteca Tartarotti di Rovereto. Infine verrà esposto il dipinto che ritrae il prelato da morto, proveniente dalla sacrestia della chiesa di Santa Maria Assunta, e la teca del cuore di Paride (Convento dei Cappuccini di Salisburgo).
La 2ª sezione riunisce una selezione di ritratti che il prelato commissionò per perpetuare la propria immagine e memoria: qui troverà posto il ritratto di Paride all’età di trent’anni, il più antico fra quelli pervenutici, ed una serie di ritratti del prelato, da quello molto espressivo del Castello di Himmelberg, a quello che lo raffigura in età avanzata (Salzburg, Dommuseum), passando per altri esempi connotati da una maggior ufficialità (Salzburg, Dommuseum; Salzburg, Residenz). Due incisioni completeranno la carrellata dei ritratti di Paride.
La 3ª sezione intende mettere a fuoco il suo ruolo di raffinato mecenate ed evidenziare lo stretto legame esistente tra le due più importanti imprese architettoniche promosse dall’arcivescovo, la realizzazione del Duomo di Salisburgo e l’erezione della Cappella di S. Ruperto a Villa Lagarina. In questa sezione verranno esposti i ritratti dell’architetto Santino Solari (Salzburg, Dommuseum) e del pittore Arsenio Mascagni (Salzburg, Dommuseum), entrambi impegnati nei cantieri di Salisburgo e di Villa Lagarina. Sarà presentato inoltre il ritratto di Marco Sittico Hohenems, (Salzburg, villa di Hellbrunn), predecessore di Paride nella carica di arcivescovo di Salisburgo, promotore della ricostruzione del nuovo Duomo di Salisburgo. Saranno qui inserite anche la straordinaria pala raffiguranti San Carlo Borromeo in preghiera (Nogaredo, Palazzo Lodron) e le due tele, sempre del ma scagni, che originariamente stavano a fianco dello Sposalizio mistico di Santa Caterina d’Alessandria, sull’altare maggiore della chiesa di Santa Caterina a Rovereto (smembrato nel Settecento). La sezione espositiva sarà completata da documenti relativi ad altre committenze trentine di Paride e dal diario contabile del viaggio che egli compì a Villa Lagarina insieme a Santino Solari. Lungo il percorso museale permanente, infine, verranno segnalati manufatti riferibili alla sua committenza o comunque connessi con i temi della mostra.


organizzazione: P.A.T. Servizio Attività Culturali - in collaborazione con Comune di Villa Lagarina, Museo Diocesano Tridentino, Mart, Associazione Festival di Musica Sacra, La Stagione Armonica, Parrocchia di Villa Lagarina, Duomo di Trento, Rivista Amadeus