Pietre d’oltremare. Scavare, conservare, immaginare l’Impero (1899-1940)
Barbara Maurina - Fondazione Museo Civico di Rovereto
e Francesco Frizzera - Museo Storico Italiano della Guerra
presentano il volume insieme all’autrice
Tra Ottocento e Novecento molti paesi europei si lanciarono in grandi campagne archeologiche nei paesi del Mediterraneo, alimentando le collezioni di prestigiosissimi musei a Londra, Parigi e Berlino. Tali operazioni politiche e culturali servivano a giustificare l’espansionismo coloniale attraverso l’appropriazione e l’uso simbolico dei materiali della storia. Anche in Italia l’archeologia ha svolto un ruolo di primo piano, e mai prima esplorato, nella costruzione di un’alterità barbara, inferiore e subalterna, incapace di aver cura del passato. Un ruolo tanto più rilevante in quanto, nello stato liberale prima che nella propaganda fascista, l’archeologia proiettò l’immagine dell’Impero moderno sulle fondamenta di quello romano. Partendo dall’istituzione della Missione archeologica italiana a Creta (1899), passando per il ‘discorso dell’antico’ nella guerra italo-turca (1911-1912) e la nascita degli organismi di tutela nelle colonie di Libia e del Dodecaneso, il libro ricostruisce questa stagione attraverso il vissuto dei protagonisti (archeologi e “scavatori” reclutati localmente) e getta luce sulle reazioni locali all’‘espropriazione’. Ampio spazio viene dedicato al fascismo, mostrando la centralità dei nuovi siti libici (Cirene, Sabratha e Leptis Magna) nelle politiche del consenso del regime.
Simona Troilo insegna Storia contemporanea all’Università dell’Aquila. È autrice di La patria e la memoria. Tutela e patrimonio culturale nell’Italia unita (Electa Mondadori 2005) e di numerosi saggi sull’uso identitario dei materiali della storia in chiave nazionalista e imperialista.
L'incontro sarà registrato e successivamente pubblicato sul canale YouTube dell'Accademia.
Webinar Zoom --> https://us02web.zoom.us/j/89279982114