Pinocchio

Teatro

Burattini alla Corte di Re Laurino

Il cerchio tondo
Pinocchio

In una baracca di legno prende vita la storia di Pinocchio, fedele negli accadimenti e libera nel taglio interpretativo.
Come il Pinocchio originale che nasce a puntate nel "Giornale per i Bambini", anche il nostro spettacolo è il primo di quella che vuole essere una serie, per arrivare a raccontare l’intera storia di Pinocchio in maniera pressoché integrale. Esso si conclude infatti con Pinocchio che lascia la casa della Fata per andare incontro al padre, con la promessa di tornare insieme a lui.
Nel Pinocchio abbiamo voluto cercare la tradizione del teatro dei burattini italiani.
Così abbiamo fatto dei binomi tra le maschere della tradizione della Commedia dell’Arte burattinesca italiana e i personaggi del racconto di Pinocchio.
Quella vocina che esce dal pezzo di legno, come può non richiamarci la vocina di Pulcinella?
E così sono nati:
un Mastro Ciliegia/Gioppino che parla con un accento lombardo;
un Geppetto /Sandrone che parla con un accento emiliano;
il Grillo Parlante che parla latino;
un Mangiafuoco/puparo che parla con un accento siciliano, ecc. ecc.
Il nostro non vuol essere un lavoro scientificamente corretto, è un tentativo di reinventare una delle storie più rimuginate del pianeta.
Otello Sarzi, grande burattinaio emiliano, recentemente scomparso: raccontava che lui aveva allestito quattro volte il testo del Collodi sempre in modi diversi e affermava: "Pinocchio è una delle storie più ambigue che ci siano".
"E uno ci trova dentro ciò che vuole, come nelle storie più grandi", aggiungevo io e lui sorridendo si lisciava la barba.