Porcellane sovietiche del '900. Opere dal Fondo Sandretti
"Ceramica sovietica" presenta il frutto di un'accurata opera di catalogazione scientifica del prezioso fondo di oltre 500 pezzi di ceramica, facente parte della collezione Sandretti, in deposito al Mart a partire dal 2004.
La mostra sarà illustrata da un ricco catalogo documentario, curato da Lidija Andreeva, una delle massime studiose russe dell'argomento.
Il nucleo dell'esposizione è costituito dalla selezione di ceramiche: suppellettili, servizi da tè, piatti, zuccheriere, organizzate in un percorso tematico che mostra una selezione degli esiti recenti di una tecnica che in Russia ha una tradizione secolare di qualità artistica.
La parte più significativa di questa collezione, che Alberto Sandretti iniziò negli anni sessanta, riguarda la porcellana degli anni dal 1917 alla metà degli anni venti. Ma il profilo di Sandretti, "mecenate sensibile al pulsare del tempo" (Lidija Andreeva), fa sì che questa collezione mostri un percorso che, con consequenzialità, rispecchia tutta la storia dell'epoca sovietica, partendo dalle celebrazioni della Rivoluzione d'ottobre, passando per il piatto dedicato a Jurij Gagarin, primo cosmonauta, per concludersi con la tazza con la scritta Perestroika.
L'allestimento a cura dell'architetto Giovanni Marzari presenterà, a margine, anche una serie di altre opere, che aiuteranno il visitatore a contestualizzare le ceramiche: una ricca serie di manifesti propagandistici, libri futuristi, grafiche e disegni.
Tutti questi materiali costituiscono una vera curiosità per il pubblico italiano, che raramente ha potuto ammirare un nucleo così interessante di manufatti e poster della Russia socialista.
Molti gli artisti importanti; in particolare si potranno ammirare le porcellane di Sergej Čechonin e Natan Al'tman, artisti a tutto tondo, ma noti soprattutto come decoratori. Loro sono le opere realizzate nel 1918 per il festeggiamento del primo anniversario della Rivoluzione d'ottobre. Proprio di Čechonin è uno dei primi piatti della porcellana sovietica, eseguito il 25 ottobre 1918, nel quale lo stemma della repubblica, falce e martello dorati su sfondo nero, è circondato da una ghirlanda di fiori. Sempre di Čechonin è lo straordinario piatto SSSR decorato alla manifattura "Komintern" di Volchov (Novgorod), che rappresenta una delle rarità della collezione Sandretti.
Dopo gli anni della rottura con i linguaggi precedenti, necessaria per celebrare gli ideali rivoluzionari, in Unione Sovietica alla metà degli anni venti ci fu un recupero della decorazione di stampo tradizionale. Recupero che si collega a un'ondata realistica in pittura, che in verità impegnò tutte le dittature europee del tempo, con carature diverse, compreso fascimo e nazionalismo. In mostra saranno visibili le opere che, in pieno regime sovietico, proseguono la tradizione delle porcellane decorate con temi ornamentali e floreali, tradizione che è sopravvissuta scrive Lidija Andreeva nell'introduzione al catalogo "alla pressione ideologica e alle difficoltà quotidiane".
Ma "Ceramica sovietica" mostrerà anche le opere decorative di artisti di primissimo piano quali Vasilij Kandinskij, e Kazimir Malevič.
Se la porcellana di propaganda era parte del tema "arte e rivoluzione", la porcellana dei suprematisti, che con questo materiale continuavano il proprio lavoro pittorico e grafico, era "la rivoluzione nell'arte". Le produzioni in porcellana realizzate da schizzi di Malevič sono state studiate a fondo. Tuttavia la Teiera suprematista e le tazzine da lui create basandosi sul principio del contrasto cubista e dell'economia delle forme stupiscono ancora per la loro paradossale logica ed armonia.
Saranno esposti anche i lavori degli allievi e continuatori dell'opera di Malevič, Suetin e Čanik, che cominciarono a lavorare con la porcellana alla fine del 1922.
I suprematisti erano attratti dalla porcellana a causa della loro idea della "fine della pittura da cavalletto". La porcellana sembrava il materiale ideale: la sua bianchezza assumeva nel loro sistema di pensiero un'esistenza sostanziale. Il significato universale di "bianco" e "nero" trasferiva sul piano ontologico il problema del colore: il bianco assumeva un significato assoluto e indicava l'ideale di un mezzo infinitamente aperto alla creatività; in esso si fondevano luce e spazio, si ricreava l'infinito. La porcellana liscia, lucida, che dà un'illusione di profondità era percepita dai suprematisti come materiale senza peso e consistenza, sulla cui superficie le costruzioni suprematiste si libravano liberamente come corpi privi di peso nello spazio. E proprio nello spazio che si crea fra le masse plastiche, bianche e colorate, risiede la sostanza del pensiero suprematista.
Se lo scopo dei suprematisti era quello di rappresentare il senso della nuova realtà sotto forma di rapporti tesi fra il "cosmo" bianco della porcellana e le superfici geometriche colorate, i motivi astratti di Kandinskij, spontanei, imprevedibili, indipendenti, si adattavano bene alle tradizionali tecniche di decoro su porcellana senza entrare in contrasto con la forma, ma disponendosi "a macchia", sul bordo o uniformemente su tutta la superficie del piatto.
La piccola sezione "I ceramisti ricordano Lenin" chiude la parte dedicata alla porcellana del periodo rivoluzionario.
Assieme a lavori di artisti noti (come la placca con il ritratto e il calamaio con il busto di Lenin di Natal'ja Dan'ko, le tazze con i ritratti di Lenin realizzati a Dulёvo da Čechonin, i busti di Lenin di Matvej Manizer e Nikolaj Tomskij), verranno presentati un piatto magnificamente decorato da I. Kon'kov della manifattura di Dulёvo ed uno con il Ritratto di Lenin eseguito da un anonimo decoratore della manifattura di Buda. L'apoteosi della memorialistica leniniana è rappresentata da un vaso di M. Lebedeva, realizzato nel 1929.
Seguono le sezioni Il nuovo eroe: il lavoratore, Armata rossa e Flotta rossa. La difesa dei confini, per le quali occorre ricordare le bellissime sculture di Ol'ga Manujlova, Aleksandr Matveev e Natal'ja Dan'ko, le figure in porcellana e biscuit dei primi anni trenta della manifattura di Dmitrov i cui autori hanno da poco un nome. Nel 1935 fu inaugurato il primo metrò di Mosca, fu dato impulso allo sviluppo dell'aviazione ed ai suoi eroi che stabilivano alcuni record mondiali, fra i quali il primo volo senza scalo Mosca-Polo Nord-San Giacinto (USA), si avviò l'esplorazione dell'Artide attorno al Polo nord (1937-1938), fu costruito il canale Mosca-Volga (1932-1937) ed inaugurata la Fiera pansovietica dell'agricolura (1939). Tutti questi eventi sono raffigurati sugli oggetti in porcellana della collezione.
Non trovarono invece adeguata rappresentazione sulla porcellana gli eventi della Seconda Guerra Mondiale: la porcellana si rivelò sensibile a temi creativi ed al silenzioso lavorio della vita piuttosto che agli eventi tragici.
La parte finale dell'esposizione dimostra che la porcellana riconferma la propria attualità, la sua vitalità ed il suo posto nella cultura artistica anche negli anni più recenti.
Il catalogo della mostra, edito da Palace Editions, costituirà una vera e propria rarità bibliografica, essendo uno dei pochissimi libri scientifici disponibili sul mercato europeo dedicati a questo singolare genere di opere.
organizzazione: Mart