Presentazione del libro: Sotto gli occhi della morte
Aldo Pantozzi, Sotto gli occhi della morte
intervento di Giuseppe Pantozzi, fratello dell'autore, e Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico di Trento
Edita per la prima volta nel 1946, ad appena un anno di distanza dall'inizio delle vicende in essa narrate, questa ricostruzione autobiografica di Aldo Pantozzi è il racconto dei cento terribili giorni trascorsi nell'inferno di Mauthausen. Una cruda testimonianza, che narra degli orrori che si consumarono in quel luogo di indicibili sofferenze umane. Il libro, per tante ragioni, non ebbe mai una grande diffusione ed è tutt'ora poco conosciuto. Il Museo storico in Trento, con l'autorizzazione dei familiari, lo ripropone in una nuova edizione arricchita di un apparato di note critiche ed esplicative che ne sottolineano il grande valore storico-documentario nonché umano.
Sommario: Premessa di Vincenzo Calì. Introduzione di Ada Neiger. Aldo Pantozzi (1919-1995): appunti biografici. SOTTO GLI OCCHI DELLA MORTE: da Bolzano a Mauthausen. Nota redazionale. Prefazione. Premessa. Onomastico. «Durchgangslager». Blocco E. Compagni spezzini. In visita agli «ucraini». Libertà piove dall'alto. Verso l'ignoto. Addio Italia! Il viaggio bestiale. Mauthausen! Spoliazione e delitto. «Ruski-lager»: blocco 1. Vitto e riposo. Sepolcro di vivi. Il «Weberei». Lavoro, sferza, fame. Blocco 9: fine del Weberei. Eliminazione per fame. Gli «Zugang». Alle camere dei gas. La liberazione. Il piccolo diario di Mario. Conclusione. Bibliografia. Indice dei nomi.
Aldo Pantozzi, nato ad Avezzano nel 1919, frequentò il Ginnasio a Trento e a Merano, il Liceo a Bolzano. Si laureò in giurisprudenza a Bologna nel 1942. Sfollato con la famiglia a Cavalese nel settembre 1943, a causa dei bombardamenti su Bolzano, ottenne un incarico di docenza nel Centro scolastico diretto da Ezio Mosna. Arrestato l'1 dicembre 1944 da agenti del Sicherheitsdienst, fu condotto nel carcere di Trento, ove fu detenuto fino al 10 gennaio 1945. Trasferito nel Lager di Bolzano, vi rimase fino all'1 febbraio 1945, giorno in cui fu deportato nel campo di sterminio di Mauthausen. Tornato a Bolzano, vi intraprese con fervore l'attività di avvocato e dal 1950 quella di notaio. Morì a Bolzano il 10 novembre 1995.
organizzazione: Comune di Cavalese