Presentazione del volume: Bell Beakers today. Pottery, people, culture, symbols in prehistoric Europe

Convegno

Lunedi 2 dicembre alle ore 17.30 lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas (SASS) in Piazza Cesare Battisti ospiterà Renato Peroni, Professore ordinario all'Università di Roma "La Sapienza", uno dei più importanti studiosi di Preistoria e Protostoria Europea. L'occasione è data dalla presentazione da parte del professor Peroni di due corposi volumi in lingua inglese (più di settecento pagine complessivamente), pubblicati dal Servizio Beni Culturali Ufficio Beni Archeologici della P.A.T. e curati da Franco Nicolis con la collaborazione di Elisabetta Mottes, entrambi archeologi dell'Ufficio Beni Archeologici.
I volumi, dal titolo piuttosto enigmatico per i non addetti ai lavori "Bell Beakers today. Pottery, people, culture, symbols in prehistoric Europe", raccolgono gli Atti del Colloquio internazionale tenutosi a Riva del Garda dall'11 al 16 maggio 1998, a cui avevano partecipato cinquanta relatori provenienti da ogni parte d'Europa (Irlanda, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Austria, Italia, Germania, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Olanda, Danimarca).
Il tema attorno a cui ruotano i contributi, tutti di alto livello scientifico, è il cosiddetto "fenomeno del Bicchiere Campaniforme" (in inglese Bell Beaker). Di cosa si tratta?
Con questa espressione si identificano le manifestazioni culturali relative alla presenza di un particolare tipo di vaso, dalla forma di una campana rovesciata e solitamente decorato con caratteristici motivi a fasce orizzontali, definito appunto "bicchiere campaniforme". Nel corso del III millennio a.C. questo tipo di recipiente è largamente diffuso nei siti archeologici e nelle sepolture su buona parte del continente europeo, dal Portogallo alla Polonia, dalla Scozia alla Sicilia, arrivando persino alle coste dell'Africa Settentrionale.
Il fenomeno campaniforme e i meccanismi della sua grande diffusione rappresentano uno dei misteri più fitti della preistoria europea. Numerose teorie sono state avanzate per dare una risposta plausibile al fenomeno, da quella che ha considerato il popolo portatore del vaso campaniforme come una vera e propria realtà etnica, a quella che vi ha identificato invece piccoli gruppi itineranti (simili agli zingari) dediti al commercio e depositari delle conoscenze legate alla metallurgia, alla teoria che ha visto nel vaso campaniforme un simbolo di ricchezza detenuto da un ristretto segmento della popolazione, oppure un elemento connesso ad attività rituali (sono stati proposti confronti con il rito nordamericano legato all'uso del Peyotl, un cactus con proprietà allucinogene), o infine un recipiente destinato a contenere particolari bevande fermentate (birra, idromele).
Sembra indubbio, tuttavia, che il bicchiere campaniforme possedesse un alto valore simbolico e una grande forza di rappresentazione dello stato sociale. Recentemente, per esempio, è stata rinvenuta ad Amesbury, a pochi chilometri da Stonehenge in Inghilterra, una sepoltura di un individuo tra i 35 e i 50 anni di età con un corredo funerario ricchissimo composto da più di cento oggetti. Tra questi figuravano cinque bicchieri campaniformi, due bracciali da arciere (un altro elemento tipico dell'armamentario campaniforme), numerose punte di freccia, tre pugnali in rame e due orecchini in oro. La stampa britannica (BBC, Daily mail, The Sun, The Times) ha dato grande risalto alla scoperta e ha ribattezzato l'individuo sepolto "The King of Stonehenge", il re di Stonehenge. Infatti, il massimo sviluppo del celeberrimo monumento megalitico, con l'erezione degli enormi monoliti, risale proprio alla fase campaniforme, tra il 2400 e il 2100 a.C.

Come si è detto, tuttavia, la natura del fenomeno campaniforme non è ancora del tutto chiara.
Ecco quindi il perché del Colloquio di Riva del Garda (il precedente si era svolto dieci anni prima ad Oxford) su questo suggestivo e affascinante mistero, a cui era stata affiancata anche la mostra "Simbolo ed enigma" allestita presso il locale Museo Civico per permettere al pubblico dei non specialisti di ammirare splendidi oggetti del III millennio a.C..
Il Colloquio e i relativi volumi degli Atti che verranno presentati lunedi al SASS hanno avuto l'onore dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e hanno altresì goduto del prestigioso patrocinio del Consiglio d'Europa, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica, della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol, dell'Union Internationale des Sciences Préhistoriques et Protohistoriques, dell'Association Archéologie et gobelets, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell'Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, dell'Istituto Trentino di Cultura e dell'Università degli Studi di Trento.
I lusinghieri giudizi espressi dalla comunità scientifica internazionale fanno ritenere che la pubblicazione dell'Ufficio Beni Archeologici rimarrà un importante punto di riferimento per la ricerca sull'Europa preistorica nei prossimi anni. "Questo dimostra", afferma Gianni Ciurletti, Direttore dell'Ufficio Beni Archeologici nella sua presentazione, "che una Istituzione come la Provincia Autonoma di Trento possiede una potenzialità di strutture e di risorse umane in grado di garantire non solo la corretta conduzione della politica culturale provinciale ma anche lo sviluppo delle collaborazioni scientifiche al più alto livello internazionale". Gli fa eco il Presidente della Giunta Provinciale Lorenzo Dellai quando dice che "la prestigiosa collaborazione internazionale grazie alla quale è stato possibile realizzare l'iniziativa è motivo di soddisfazione e vanto per l'Amministrazione della Provincia Autonoma di Trento, che vede riconosciuto in questo il proprio ruolo di Istituzione di valenza europea".
Non è un caso quindi che il Comitato Scientifico del Colloquio, coordinato da Franco Nicolis, sia costituito dai massimi studiosi europei di preistoria, tra i quali bisogna di ricordare Jean Guilaine, professore al College de France a Parigi. E proprio questa prestigiosa istituzione francese, nata nel 1530 per volere di Francesco I in funzione anti-Sorbona, ospiterà nel mese di febbraio del prossimo anno la presentazione europea dei volumi pubblicati dalla Provincia Autonoma di Trento.


organizzazione: PAT Servizio Beni Culturali Ufficio Beni Archeologici