Presentazione del volume: Il Magno Palazzo del cardinale Bernardo Cles

Convegno

Presentazione del volume
"Il Magno Palazzo del cardinale Bernardo Cles. Architettura ed arti decorative nei documenti di un cantiere rinascimentale (1527-1536)"
a cura di Luca Gabrielli

Venerdì 21 ottobre ad ore 17.30 presso le Marangonerie il professore Howard Burns, già docente presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, la presidente di Studi Trentini di Scienze Storiche Maria Garbari e il direttore del Castello del Buonconsiglio Franco Marzatico presenteranno il libro di Luca Gabrielli “Il Magno Palazzo del cardinale Bernardo Cles, architettura ed arti decorative nei documenti di un cantiere rinascimentale (1527 – 1536)”.
Il libro, pubblicato nel 2004, nasce dalla rielaborazione della tesi di laurea di Luca Gabrielli presentata nell’anno accademico 2002-2003 presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Il volume prende in esame le vicende di fabbrica del cosiddetto Magno Palazzo, la sontuosa dimora eretta dal principe vescovo di Trento Bernardo Cles fra il 1527 e il 1536, immediatamente a ridosso dell'antico castello del Buonconsiglio a Trento. Scopo principale del lavoro è tentare una valutazione complessiva di un cantiere oggetto di molteplici indagini specialistiche fra Otto e Novecento, ma che ancora attendeva di essere letto come vicenda unitaria: Howard Burns, nella presentazione che apre lo studio, parla opportunamente di una "storia unita" in cui l'architettura, le arti plastiche e pittoriche, e così pure le arti suntuarie, insieme alle meraviglie botaniche e idrauliche dei giardini e delle fontane, si intrecciavano per dare luogo ad una grandiosa "opera d'arte totale" ben rappresentata dalle vivide testimonianze letterarie dell'epoca. All'esame dell'involucro architettonico sono rivolti i capitoli centrali, rispettivamente all'indagine del primo progetto, stilato nel 1527, ed all'analisi della costruzione condotta - con significativi ripensamenti ed ampliamenti di cui tuttora si possono leggere i segni - fra il 1528 e il 1530. In coerente continuità con una scatola muraria del tutto aggiornata rispetto al linguaggio formale del Rinascimento italiano a cavallo fra Quattro e Cinquecento, nel biennio 1531-32 si svilupparono gli interventi decorativi sulle volte, sulle pareti e sui soffitti del palazzo, condotti da molteplici squadre di artisti richiamati dal variegato mondo delle corti italiane o dalle floride città mercantili d'Oltralpe: ecco dunque, nel quinto capitolo, i nomi illustri di Battista Covo, Lorenzo Leonbruno, Domenico Aimo da Varignana, Vincenzo Grandi, Dosso e Battista Dossi, Gerolamo Romanino, Marcello Fogolino, Bartholomaus Dill Riemenschneider. Seguì, fra 1533 e 1535, l'allestimento degli arredi mobili e dei giardini, esaminato nel sesto capitolo. L'ultima parte del lavoro intende illustrare come l’insieme dell'edificio e dei suoi adornamenti si ponesse in diretto rapporto con i grandi modelli architettonici italiani, come i Palazzi Vaticani e le ville di Roma, o le grandi dimore dei signori di Urbino, Ferrara e Mantova, ma allo stesso tempo, grazie agli evidenti influssi tratti dalle terre tedesche e fiamminghe, esercitasse da subito un fortissimo ascendente sulla committenza dei signori d'Oltralpe.