Presentazione del volume: La figura e l'opera di Federico Halbherr

Convegno

Presentazione del libro "La figura e l'opera di Federico Halbherr", Aldo Ausilio Editore, Padova
contenente gli Atti del Convegno di Studio (tenutosi a Rovereto il 26 e 27 maggio 2000), organizzato dall'Ufficio Beni Archeologici, dall'Accademia Roveretana degli Agiati e dal Comune di Rovereto.

Intervento di
dott. Gianni Ciurletti (Dirigente Ufficio Beni Archeologici della PAT)
dott. Franco Nicolis (Ufficio Beni Archeologici della PAT)

Nell'occasione verrà consegnato il PREMIO BIENNALE DELL'ACCADEMIA ROVERETANA DEGLI AGIATI, giunto alla sua quarta edizione che, in collaborazione con il Comune di Rovereto, viene assegnato ai lavori di ricerca che abbiano per oggetto la storia delle istituzioni culturali cittadine o lo studio di personaggi significativi per la storia della città di Rovereto o del suo territorio.

Era il mese di giugno del 1900 e Federico Halbherr, epigrafista e archeologista roveretano, dava i primi colpi di piccone sulla collina di Festòs, a Creta. Nel giro di pochi anni venne messo in luce lo splendido palazzo minoico, secondo per grandezza solo a quello di Cnosso. Da qui proviene il famosissimo "disco di Festòs", che presenta su entrambe le facce delle figure impresse interpretate come segni di una scrittura non ancora decifrata.
Halbherr non era alla prima esperienza. Era reduce, infatti, da più di un quindicennio di ricerche archeologiche ed epigrafiche sull'isola che gli antichi consideravano la culla di Zeus. Era stato inviato a Creta nel 1884 dal suo maestro, Domenico Comparetti, per cercare un'antica iscrizione della città di Axos. Il giovane studioso non riuscì a trovarla, ma si rifece dell'insuccesso portando alla luce, tra disagi e pericoli di ogni genere, la "regina delle iscrizioni greche", la "Grande Iscrizione" di Gortina, contenente il codice di leggi più antico d'Europa (inizi V secolo a.C.).
L'avventura scientifica cretese di Federico Halbherr vedrà in seguito anche un'altra impresa, della quale ricorre quest'anno il centenario: la scoperta della "villa minoica" di Hagia Triada, a pochi chilometri da Festos. L'avvicinarsi di questo anniversario, a cui si intende dare il giusto risalto anche in terra cretese, invita a non dimenticare l'opera di questo studioso che rappresenta motivo di orgoglio per la terra che lo ha visto nascere.